(Il Mattino) L’anno vecchio si è chiuso con la quinta vittoria nelle ultime sei partite di Serie B. Rubini: «Abbiamo una identità forte»
A una giornata dal termine del girone d’andata della Serie B, l’Antenore Energia Virtus Padova stringe in pugno il terzo posto in coabitazione con Milano. Cinque vittorie nelle ultime sei partite – l’ultima prima di Capodanno nello scontro diretto contro Orzinuovi – hanno confermato il momento positivo della squadra di Daniele Rubini, che ha raccolto un’altra iniezione di fiducia utile per proseguire il cammino nell’alta classifica. In cabina di regia, Piazza e De Nicolao sono stati l’ago della bilancia nella sfida contro i lombardi, insieme a Filippini (3/7 da tre) che con le sue triple incarna alla perfezione il ruolo del lungo moderno. «Non deve però passare sotto traccia che siamo partiti in quintetto con Christian Verzotto (guardia del vivaio in doppio tesseramento con Vigonza, ndr) in un ruolo atipico, almeno in difesa», rivela Rubini, «Questo è stato un aspetto che ha spiazzato Orzinuovi: il suo gioco non era più pulito e fortunatamente in quel momento non ha potuto ricorrere al talento dei suoi giocatori. Era importante valicare il muro del primo quarto passandolo indenne e togliendo minutaggio un po’ a tutti. Ce l’abbiamo fatta fino a un certo punto, anche perché dall’altra parte c’era chi aveva qualche freccia da scoccare».
Ma la Virtus non si è mai fermata, partendo dalla difesa ha costruito le basi del successo. «Potrebbe sembrare che Ferrari non abbia disputato la partita della vita», osserva Rubini, «In realtà, ha fatto un paio di giocate fondamentali mettendo il tappo in difesa su alcune situazioni di vitale importanza per i nostri avversari. E poi se Filippini si convince che andando in allontanamento è in grado di sparare e uccidere tutti… A inizio stagione eravamo solo un gruppo di facce nuove, ora abbiamo uno spartito che conosciamo tutti. A volte può riuscirci bene, altre meno. Siamo balbettanti in qualche lettura offensiva, ma è una condizione figlia della nostra fatica difensiva. Abbiamo bisogno di trovare soluzioni offensive diverse per non diventare troppo prevedibili».
Domenica, ore 18, a Cesena nella tana dei Tigers, l’Antenore è attesa alla prova del nove. «”Ni”», nega e conferma Rubini, «Nel senso che non abbiamo antidoti contro un’avversaria del genere. Ha tanti giocatori con un talento bestiale. Davanti a gente come Brkic, Papa e Sacchettini dovremo giocare soltanto la gara perfetta».
Ma la Virtus non si è mai fermata, partendo dalla difesa ha costruito le basi del successo. «Potrebbe sembrare che Ferrari non abbia disputato la partita della vita», osserva Rubini, «In realtà, ha fatto un paio di giocate fondamentali mettendo il tappo in difesa su alcune situazioni di vitale importanza per i nostri avversari. E poi se Filippini si convince che andando in allontanamento è in grado di sparare e uccidere tutti… A inizio stagione eravamo solo un gruppo di facce nuove, ora abbiamo uno spartito che conosciamo tutti. A volte può riuscirci bene, altre meno. Siamo balbettanti in qualche lettura offensiva, ma è una condizione figlia della nostra fatica difensiva. Abbiamo bisogno di trovare soluzioni offensive diverse per non diventare troppo prevedibili».
Domenica, ore 18, a Cesena nella tana dei Tigers, l’Antenore è attesa alla prova del nove. «”Ni”», nega e conferma Rubini, «Nel senso che non abbiamo antidoti contro un’avversaria del genere. Ha tanti giocatori con un talento bestiale. Davanti a gente come Brkic, Papa e Sacchettini dovremo giocare soltanto la gara perfetta».
Mattia Rossetto