(Il Gazzettino, 25 novembre) Grande tifo al palasport di Rubano, basse percentuali al tiro e non successo ottenuto grazie alla tenace difesa. La Juve Cremona si dimostra un osso duro, recupera più volte lo svantaggio ed è minacciosa fino alla spinta finale di Bianconi. Il fine giustifica i mezzi: Niccolò Machiavelli, al quale è attribuita questa filosofia di pensiero, in realtà non lo ha scritto esplicitamente. Ma lo ha pensato, e ben applicato, l’Antenore Energia Virtus che ieri sera si è imposta per 69-58 sullo Juvi Cremona del cittadellese Pierluigi Brotto in una tana di Rubano gremita all’inverosimile e ribollente di tifo, specie nella volata conclusiva, malgrado seguirne l’andamento – con il tabellone luminoso andato in black-out e sostituito dalla strumentazione manuale – non fosse per niente agevole dagli spalti. La formazione di Rubini, pur non giocando bene, ha in pratica sempre tenuto il comando delle operazioni grazie a un Corrado Bianconi davvero in gran spolvero (18 punti per lui), sia in avvio che nel finale di gara, ben spalleggiato dalla ormai consueta certezza della doppia doppia di Ferrari (14 punti e 15 rimbalzi). Complice un attacco troppo farraginoso e la disgraziata serata al tiro (un complessivo 38% dal campo), però, i neroverdi non sono mai riusciti a chiudere la gara.
RITMO CONVULSO
Giunti ad un terzo del cammino in stagione regolare, per capitan Schiavon e compagni questo nono successo (su dieci incontri disputati) vale il mantenimento della testa della classifica: anzi, complice la battuta d’arresto di Bernareggio a Vigevano, il derby veneto che si disputerà sabato sul campo della Rucker Sanve metterà in palio il primato assoluto nel girone. «E’ stata una partita decisamente non bella analizza coach Rubini con onestà intellettuale -: c’è poco da fare, non ci si può nascondere. Non abbiamo mai trovato la fluidità in attacco che ci permettesse di trovare soluzioni in ritmo, quindi ne è derivata una cattivissima percentuale al tiro da fuori che ci stava oltremodo penalizzando. Quando ci siamo resi conto però che le difficoltà (non si capiva perché) non si riuscivano a superare, abbiamo deciso di vincere la partita ugualmente: arginando qualunque loro attacco e cercando di trarre dall’intensità difensiva quella spinta che ci portasse in attacco prima di loro. Chiari-scuri: molte cose da rivedere e situazioni da valutare, però anche qualche risorsa alla quale possiamo attingere, seppur con grande dispendio d’energia. Ricordiamoci anche che, a mio modo di vedere, gli avversari hanno una classifica assolutamente bugiarda: Cremona è una squadra molto fisica, e sappiamo che questo tipo di atletismo e fisicità ci porta spesso a deragliare».
L’Antenore Energia Virtus, che nel quintetto iniziale schierava oltre ai play Piazza e De Nicolao, Schiavon, Ferrari e Bianconi, dopo due-tre minuti di studio sembrava poter prendere l’abbrivio giusto: con una difesa super (che fruttava quattro palle perse dallo Juvi) e proprio quest’ultimo, come già ricordato, assoluto protagonista con una schiacciatona e due triple, subito imitato da capitan Schiavon con un’altra tripla ed un canestro in uscita dai blocchi, per il +10 al termine della prima frazione.
RAGGIUNTI IN UN BALENO
Nella seguente la Virtus dopo aver toccato sul +14 (29-15) il proprio massimo vantaggio accusava un black-out: segnando con il contagocce e permettendo agli ospiti di impattare con una serie di triple (29-29) e di mettere perfino il naso avanti poco prima dell’intervallo (sul 35-36). Dagli spogliatoi, i padovani uscivano più determinati: toccando il +8 al 25′ (47-39). Lo Juvi Cremona, però, non era mai morto: impattava subito con un parziale di 8-0; e in apertura di ultima frazione, sorpassava ancora (sul 51-49 e poi sul 53-50 al 33′).
Il tabellone non funzionava più, mentre l’Antenore Energia Virtus riprendeva a correre: prima metteva la freccia del sorpasso; poi, sospinta ancora da Bianconi (sei punti consecutivi) e qualche giocata di Piazza, allungava nel finale.
Giovanni Pellecchia