La maglia di Leo Busca per sempre nella storia della Virtus Padova.
Anche le lacrime per il campione che ci ha fatto vivere momenti indimenticabili.
Emozioni alla Kione Arena di Padova: all’intervallo di Virtus Broetto – Basket Iseo è stata ritirata la maglia di Leo Busca, capitano della Virtus fino al campionato scorso. Busca, 44 anni, è uscito dal tunnel con in braccio il figlioletto tra gli applausi scroscianti del pubblico presente, mentre sui maxi schermi veniva proiettato un video con le immagini di Leo che hanno ripercorso la sua lunghissima carriera (non ancora terminata, quest’anno gioca nel Limena, in serie D).
Ha preso la parola lo storico vice-presidente della Virtus, Papa: «Per noi Leo rappresenta la storia della Virtus: con lui la nostra società ha vinto campionati provinciali, regionali e nazionali; con Leo siamo andati in A2, poi ha iniziato a girare l’Italia per vent’anni, portando sempre in alto il nome della Virtus e della città di Padova. Grazie a Leo, cui va un saluto particolare da parte del presidente Bernardi».
Il microfono è passato poi al protagonista della serata:
«Sono veramente emozionato – ha detto il “capitano” – Questo è il cerchio che si chiude per me, per quanto riguarda la pallacanestro di un certo tipo: non vi libererete di me però, la pallacanestro è una malattia che rimane attaccata. La Virtus è una famiglia, una casa e sono contento di essere tornato a Padova e di aver fatto questo percorso che è iniziato e si è chiuso in questa societa’».
L’intervista al termine della celebrazione.
Leo, ti saresti mai aspettato, quando hai iniziato a giocare, che la tua maglia un giornovenisse ritirata?
«Onestamente no, è stata un’emozione pazzesca questa serata per me: come ho detto, è un cerchio che si chiude e chiuderlo qui con il ritiro della maglia, non lo avrei mai pensato. Dico la verità, non lo avrei neanche sognato perché era talmente lontana come cosa che non posso nemmeno dire che è un sogno che si avvera, perché non era proprio nelle previsioni»
Il tuo non è un addio al basket vero e proprio.
«No, continuo a giocare e comunque la pallacanestro è il mio ambiente: faccio attività con i ragazzi, nelle scuole… è la mia vita, come ho detto»
Che carriera è stata la tua?
«Non sono stato un giocatore eccelso o dei massimi livelli, però penso di aver raggiunto dei traguardi importanti, considerate anche le mie caratteristiche fisiche. Il percorso è stato lungo, girare l’Italia da nord a sud è stato interessante, seppur faticoso: insomma ritengo una bella carriera con tanti pro e alcuni contro, come gli affetti che vengono penalizzati. Nel 2012 sono tornato a casa e, grazie anche alla Virtus, ho trovato tranquillità»
Andrea Etrari