I neroverdi da un derby all’altro
Non è certo una sconfitta a rendere la Broetto Virtus di basket meno Nobile… Fuor di metafora due semplici constatazioni. La prima riguarda la classifica: nonostante l’inopinato stop con la Rucker San Vendemiano, i neroverdi sono ancora in testa, appaiati a Bergamo, Cento e Orzinuovi, tre delle quattro “corazzate” di Serie B insieme a Piacenza.
La seconda, più ampia, interessa proprio Claudio Nobile, il 34enne centro veronese arrivato quest’estate a Padova, che sarà il grande “ex” di turno nella sfida di domenica, ore 18, a Vicenza. Da un derby all’altro, dunque. Ma quello con i vicentini è sicuramente più sentito, anche alla luce del legame storico fra le due società, che negli anni ’90, all’epoca della Pulitalia Virtus Vicenza, condividevano l’A/2. Ciò che accomuna le due squadre al momento è, invece, la rabbia: da una parte la Broetto, che ha cestinato la vittoria dopo aver sempre condotto; dall’altra Vicenza, naufragata malamente a Iseo. «Siamo tutti arrabbiati per come abbiamo giocato con il SanVe», rileva Nobile. «Sarebbe bastata una difesa o un contropiede in più, un rimbalzo in attacco in meno concesso, una disattenzione in meno o una qualsiasi piccola sciocchezza per vincere la gara. Senza nulla togliere ai meriti degli avversari, è stata colpa nostra. Sono i dettagli che fanno la differenza». L’attenzione, venuta a mancare nel finale di partita con i trevigiani, dovrà esserci al PalaGoldoni di Vicenza. «Anche se molti giocatori sono cambiati, ho ben presente il clima che si respira e so che sarà una partita piuttosto dura. Un derby è sempre storia a sé». A riprova del suo nome, l’intento dell’esperto pivot è quello di fare in modo che la Broetto continui a popolare le zone… nobili della graduatoria. «Se solo fossimo stati un po’ più precisi domenica scorsa, ora staremmo parlando di 5 vittorie su 5 e invece parliamo di un 4-1, che, per carità, non è male, ma fa tutto un altro effetto», aggiunge. «Avere una società così organizzata, un ambiente così positivo con un presidente tifoso, sempre disponibile e disposto ad ascoltare i suoi ragazzi, è qualcosa che non si ritrova molto spesso nelle società di pallacanestro».
Mattia Rossetto (ha collaborato Umberto Cesarotto)
4 novembre 2016