La Bakery è una delle quattro grandi favorite dell’estate, squadre che dopo aver superato qualche difficoltà iniziale, con il passare delle giornate stanno trovando la giusta amalgama e ora possono mettere a bilancio completezza di organico e talento individuale.
Così arrivati alla tredicesima giornata c’è Orzinuovi davanti a tutti ma subito dietro ecco le altre tre, Bergamo (che mercoledì recupererà la gara con Faenza), Cento e Piacenza.
Piacenza complici una serie di infortuni è partita piano, sconfitte con Bergamo alla terza e Lecco alla quinta, ma è sempre rimasta al vertice mettendo in luce un organico profondo, con gli esterni Leonzio e Magrini, i due lunghi Rezzano e Banti, scesi dalla serie A, e sopratutto il play Sanguinetti, un grande attaccante, uscito da un paio di lustri dalle giovanili della Virtus Bologna, dove giocava ai tempi di Stevan e JC.
La Bakery è fresca reduce della sconfitta di domenica scorsa a Cento che l’ha fatta scendere dal vertice della classifica, ma in Emilia coach Steffè ha potuto disporre forse per la prima volta dell’organico al completo, con il recupero di Rezzano e soprattutto con quello di capitan Soragna (uno dei giocatori italiani più titolati vedi il curriculum), tornato in campo dopo 4 giornate di stop a causa di un infortunio.
Piacenza è squadra che se viene lasciata giocare al suo ritmo non è arrestabile. Viaggia spesso oltre gli 80 punti segnati e solo Vicenza (64-67), Bergamo (57-72), Lecco (79-68) e Cento (66-59) sono riuscite a tenere l’attacco dei biancorossi sotto i 70 punti e, guarda caso, le ultime tre di queste partite sono state anche le uniche occasioni in cui Sanguinetti e compagni hanno dovuto calare la testa.
La Broetto è in ripresa, ha vinto le ultime due partite, con Reggio Emilia e Alto Sebino, e da quando l’organico è tornato al completo anche il morale sta crescendo. Certo a Piacenza la partita è da 1 fisso, ma lo era anche quella con il Cento e, toccando ferro, la Broetto torna in Emilia con tutta la volontà di giocarsela anche con avversari che hanno un pedigree di gran lunga più nobile di quello dei neroverdi.