Under 16 Eccellenza – 11. (ultima) giornata di ritorno
Il commento di coach Rubens
Virtus
Cecere, Cammisa 11, De Benetti 3, Mazzucato, Baccaglini 5, Cignarella 11, Basso 8, Mason, Visione 2, Pellicano 24, Ceccato, Tognon.
All.Rubini ass. Garonte e Manca
Si è concluso domenica il campionato under 16 eccellenza con la vittoria della nostra squadra a Isola Vicentina.
La gara era stata presentata dal coach come “insidiosa” per la tipologia di gioco proposta degli avversari e le tematiche tattiche che solitamente i vicentini presentano… e così è stato.
Inizio di marca vicentina con giocate individuali di gran spessore e contropiedi velocissimi che ci vedono decisamente e desolatamente impreparati . Si va subito sotto, ma soprattutto la cosa che maggiormente preoccupa è l’incapacità di trovare soluzioni offensive e difensive corali.
Time out: proviamo a fissare degli obiettivi e delle priorità per riuscire a districare la matassa. Alziamo il livello agonistico della partita riuscendo ad essere maggiormente incisivi in difesa e seppur balbettanti in attacco, recuperiamo con energia e caparbietà il gap che ci vedeva sotto. Finale 20 a 17 per i nostri avversari.
Il secondo quarto parte invertendo l’inerzia della gara, l’attacco si fa più fluido, le giocate non sono più frutto di improvvisazione ma vedono una progettualità di squadra che ci premia. Passiamo avanti e allunghiamo sui nostri avversari nonostante alcune leggerezze che costano palloni preziosi (saranno 20 le palle perse alla fine della gara, al solito troppe!). Parziale del secondo quarto 13 a 20 per noi.
Dopo l’intervallo, si riprende con la stessa decisione del quarto precedente. La nostra difesa sembra dare qualche grattacapo ai vicentini e l’attacco produce gioco ben strutturato. Ma con noi quest’anno non si può mai stare tranquilli: le percentuali al tiro, già basse, peggiorano e soprattutto si perdono palloni importanti in contropiede: in questo frangente, qualcuno dei protagonisti delle palle perse rischia passando davanti alla panchina di veder finire precocemente i suoi giorni tra le mani dell’allenatore furente, mentre il sempre più nervoso Garonte preso dalla concitazione del momento, non si accorge che la sedia dove doveva sedersi si era… spostata, finendo in modo imbarazzante a gambe all’aria. Tutto quanto fa spettacolo dicono… ma la conseguenza è assolutamente meno divertente del capitombolo dell’elastico Garonte (che sperando di non essere notato, si rialza con l’agilità di Roberto Bolle). Morale 18 a 19 per noi nel terzo quarto, ma ora gli avversari ci credono.
Ultimo quarto, coach Gorlin prosegue con la difesa 2-3 confortato dalle nostre percentuali al tiro assolutamente poco brillanti. Ma non siamo più la stessa squadra dell’andata, sappiamo bene come affrontare questa difesa, siamo cresciuti e abbiamo maturato sicurezze importanti. Giochiamo cinque attacchi consecutivi, uno più bello ed efficacie dell’altro, portiamo la palla all’uomo sotto canestro completamente smarcato ma… sbagliamo in maniera stupefacente i tiri da sotto, divoriamo canestri costruiti con grande abilità e soprattutto di squadra in modo disarmante. Time out! Ne parliamo, soprattutto vogliamo fissare l’attenzione sulla bontà di quello che stavamo facendo e ci costringiamo a non pensare agli errori commessi al tiro (…certo che …se avessimo fatto canestro la partita sarebbe finita abbondantemente prima). Continuiamo a produrre gioco, arrivano canestri (pochi, ma sufficienti) e con essi il time out avversario che nel tentativo di riprendere in mano il filo del gioco riprova la carta del pressing. Troppo tardi, l’inerzia è nostra e arriviamo, seppur con qualche patema di troppo alla direi meritata vittoria. Volevo tacere il parziale, ma per dover di cronaca il quarto finisce con un “asciutto” 8 a 2 per noi.
E con questa arriva la settima vittoria del girone di ritorno, un traguardo che ci eravamo prefissati in una fredda sera di inizio gennaio a centro campo nella palestra dell’Einaudi. Era una sfida che ognuno di noi aveva lanciato a se stesso, consapevole del lavoro che si stava facendo e dei segnali che di giorno in giorno arrivavano dal campo. Bravi tutti i tredici ragazzi della squadra a lavorare con impegno e dedizione, consapevoli del fatto che la fatica nello sport è un bene “trasferibile” in altri ambiti della nostra vita e che quindi, oltre al risultato finale (direi raggiunto) sarebbe arrivata anche una maturazione personale di sicuro più importante di quella sportiva.
Ma non è il momento dei titoli di coda: il percorso è ancora lungo, la strada è solo tracciata, abbiamo solo verificato che è quella giusta, ora sta a noi percorrerla con forza e determinazione ricordandoci ogni giorno di quale fortuna abbiamo nel poter andare in palestra a giocare a basket!.
Forza Virtus Sempre!