FILA SAN MARTINO 8,5 – Ogni anno la squadra di Larry Abignente riesce a stupire, e il quarto posto in A1 (dopo il terzo del 2015 e il quinto del 2016) a soli 4 punti dalla vetta è un altro grande risultato, visti anche i tanti infortuni. Ad eccezione di Venezia, le Lupe hanno battuto almeno una volta tutte le avversarie affrontate. I successi del girone di ritorno sui campi di Ragusa e Schio (mai battute prima di quest’anno) e contro Lucca restano i ricordi più belli della stagione. L’epilogo poteva essere migliore, ma la prematura uscita dai playoff contro Ragusa – bestia nera anche in Coppa Italia – ha smorzato solo in parte la soddisfazione per un’altra ottima annata.
FANOLA SAN MARTINO 7 – Dopo la promozione arrivata a sorpresa un anno fa, la società non ha modificato la propria filosofia. Anche in A2 dunque il Fanola si è presentato al via con una squadra tutta italiana – unica della categoria insieme al Geas – e infarcita di giovani. Il neo coach Michele Tomei si è inserito in punta dei piedi e col suo staff ha fornito motivazioni e la giusta serenità, contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo salvezza con largo anticipo. A quel punto c’è stato un calo fisiologico, ma anche un colpo di coda nei playoff: Bologna, vincitrice della stagione regolare, ha avuto bisogno di tre sfide combattute per avere ragione delle giallonere.
GUERRIERO PF 6,5 – Da neopromossa nella categoria, la costola rosa del sodalizio Unione Basket Padova ha centrato una comoda salvezza. La formazione di Carmelo Gorgone, dopo un avvio di stagione da incubo (sei sconfitte su sei nelle prime giornate), ha chiuso al settimo posto grazie a un ottimo girone di ritorno nel quale le biancoscudate, con un bilancio di 8 vinte e 4 perse, hanno viaggiato con le prime della classifica, chiaro sintomo del netto cambio di marcia.
BROETTO VIRTUS 6 – Al secondo anno nella terza serie nazionale, la formazione di Massimo Friso ha chiuso con gli stessi punti dell’anno scorso. Che però, in un girone di ferro con quattro corazzate (Orzinuovi, Bergamo, Cento e Piacenza) costruite per vincere il campionato, non sono bastati ad agganciare i play off. Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Per una squadra che aveva investito molto sull’asse play-pivot con la riconferma di Stojkov e l’arrivo di Nobile, l’uno giunto a metà campionato e l’altro tra i migliori della categoria nel suo ruolo la stagione scorsa, più il secondo. Di qui, la risicata sufficienza. Troppi, tra alti e bassi, gli appuntamenti falliti dai neroverdi (comprese le tre sconfitte con Iseo e San Vendemiano, ultima e penultima): tra l’altro subendo, in diverse occasioni per limiti tecnici o caratteriali? -, ricorrenti e imbarazzanti break negativi.
GUERRIERO UBP 5 – L’obiettivo di inizio stagione, fare meglio dell’anno scorso, è stato fallito. Al netto degli infortuni (che comunque hanno inciso), fin troppo evidente la lettura della stagione: ante e post Giovanni Basso. Dopo la discreta prima parte di campionato, infatti, da quando l’ex capitano e miglior giocatore ha scelto altri lidi (Vicenza in B) la formazione di Nicola Imbimbo ha vinto una sola gara su 11: contro Castelfranco, poi retrocessa, e solo grazie a una tripla allo scadere di Mabilia.
ALBIGNASEGO 6 – La squadra di Maurizio Benetollo ha centrato di nuovo i play off (storicamente, una costante). Rispetto all’anno scorso quando approdarono in finale, però, i gialloneri hanno chiuso un po’ peggio: settimi in stagione e uscendo al primo turno. In questo campionato, del resto, le gerarchie erano definite: Cestistica Verona – che ha fatto a lungo corsa a sé – promossa direttamente; Roncade e The Team Riese, seconda e terza in classifica, che si ritrovano ora in finale. Per l’Albignasego, invece, sembra ormai essersi chiuso un ciclo.
(a cura di Riccardo Andretta e Giovanni Pellecchia)