(Il Mattino)
Padova accetta la sfida a chi segna di più, super Maschi & company alla lunga si arrendono.
Nulla da dire: quando perdi giocandotela alla pari contro una corazzata della Serie B, non si possono nutrire particolari rammarichi. La Virtus, che ha accettato la sfida a chi segna di più, esce da Piacenza a testa alta e con molte più certezze di una settimana fa. Merito della prestazione sontuosa del gioiellino Miaschi (22 punti, 4/6 da due, 3/6 da tre e 5/6 ai liberi), a suo agio tra le maglie difensive di gente molto più navigata, come l’eterno Rombaldoni. I ragazzi di Rubini avevano subito messo in chiaro che il compito per Piacenza non sarebbe stato affatto facile, impattando senza timori reverenziali (8-14 al 5′), venendo trascinati in particolare dal lungo Nobile (24-23). La formazione emiliana, memore del passo falso a Forlì, trovava però sempre il modo di ricompattarsi riaprendo ogni volta l’elastico sul +6 (34-28). Tuttavia non era sufficiente a limitare l’apporto di Nobile (17 punti dei suoi 19 nel solo primo tempo), soprattutto sul rimbalzo offensivo (35-33). Era così la Virtus a pungere in contropiede con Miaschi, mettendo la freccia nel break (0-8) in chiusura di tempo (42-46). Piacenza rientrava incattivita dalla pausa lunga (8-0) riprendendosi la testa (50-46). Canelo teneva a galla i virtussini e con il piazzato di Crosato era di nuovo parità (56-56 al 25′). Si viaggiava sempre con la “fisarmonica”: Nobile concretizzava un altro parziale (0-8) per il +4 (56-60), ma in uscita dal timeout i padroni di casa infilavano un 14-2, riprendendo il pieno controllo (70-62). La bomba di Miaschi arginava l’inerzia (70-65), ma la stanchezza iniziava a farsi sentire (72-65). La Virtus continuava l’inseguimento con Calzavara e Schiavon (75-71) per poi colpire dalla lunga con Miaschi (83-79 e 87-82). Orfani di Canelo, 5 falli, i neroverdi non mollavano aggrappandosi a Miaschi (91-86), salvo arrendersi su due triple pesantissime di Bruno (100-88) a 2′ dalla sirena.
Mattia Rossetto