(Il Mattino)
Edoardo Maresca e Lorenzo De Zardo, i due nuovi giovani volti della Virtus Padova, presentano diversi punti in comune. Entrambi sono giunti nella città del Santo con il mercato invernale, alla ricerca di una “vetrina” per mettersi in luce. Entrambi sono figli d’arte, con il gene del basket trasmesso da parte di madre e padre. Entrambi dispongono del talento necessario per trascinare i neroverdi ai playoff. Con il trio di “golden boys”, formato da Miaschi, De Zardo e Maresca, la Virtus è considerata la nuova squadra “simpatia” della Serie B.«Cosa mi ha convinto?», rivela Maresca. «A Piacenza non c’era spazio e avevo troppo voglia di giocare. A Padova ho trovato una società seria e, parlando con coach Rubini e i dirigenti, ho capito che era la scelta giusta. Qui posso dimostrare quanto valgo veramente. L’allenatore mi piace e il gruppo è unito, fuori e dentro al campo. Nonostante gli infortuni di Canelo e Lazzaro, la squadra vuole raggiungere determinati risultati. Per scaramanzia non dico nulla, sapete tutti qual è l’obiettivo». La “familiarità” della Virtus sembrerebbe l’ambiente ideale per Maresca (classe 1998), uno cresciuto a pane e basket da mamma Mariolina e papà Francesco, seguendo le orme del fratello Simone. «I miei genitori sono originari di Napoli, ma sono nato a Desenzano del Garda», precisa il nuovo lungo della Virtus. «Mamma e papà sono stati i miei primi allenatori, ma mi piaceva giocare perché vedevo mio fratello all’opera. Devo tutto alla famiglia. Modelli? Non ne ho nessuno in particolare, ma il mio giocatore preferito è Kevin Durant».De Zardo, classe 1999, di Latina, ha invece un suo idolo e lo ricorda pure in certe movenze e per la mano mancina. È Manu Ginobili, stella intramontabile della Nba ai San Antonio Spurs. «Mi piace il suo stile di gioco e la maglia numero 20, che indosso è dedicata anche a lui», ammette “Dez”. «Ho scelto Padova perché a Treviso, con l’arrivo del nuovo americano, ero diventato il terzo esterno. Mi piaceva molto l’idea che mi fossero assegnate maggiori responsabilità alla Virtus. Prima ancora che da ottimi giocatori, sono stato accolto da ottime persone, che mi hanno permesso di amalgamarmi. Anche con coach Rubini si è instaurato un buon feeling. Puntiamo ai playoff e personalmente sarò contento a fine stagione se sarò riuscito a migliorarmi individualmente. Devo molto anch’io alla famiglia: mia mamma Rosalba, mio papà Giovanni e mio fratello Matteo mi hanno sempre supportato nel percorso».Domenica, ore 18, a Rubano, la Virtus ospita Crema, terza in classifica. Tutti avvisati, i giovani neroverdi fanno sul serio.