(Il Gazzettino)
La serie B non conosce sosta. Per la Virtus, neanche il tempo di riassorbire la sconfitta interna con Crema, che in casa neroverde ha fatto cambiare prospettiva («Faremmo bene a guardarci alle spalle, a guardare con attenzione chi abbiamo dietro ammette coach Daniele Rubini – Parlare di play off in questo momento è inopportuno e ci fa solo male»), subito un turno infrasettimanale. E che turno: la sesta giornata di ritorno propone stasera al PalaGoldoni di Vicenza (ore 20.30), il derby veneto. «Anche se il derby è sempre una partita a sé spiega Enrico Crosato, che essendo vicentino di Thiene lo sente in modo particolare – sarà una gara difficile, per molti motivi. Vicenza, nonostante l’ultima sconfitta in casa con Lecco, sta facendo un ottimo campionato: sono in fiducia ed esprimono sicuramente una buona pallacanestro. Ultimamente, per di più, si schierano per 30-35 minuti a zona ogni partita, per cui sarà importante arrivare preparati anche su questo aspetto».
La Virtus nella gara di andata si impose 90-71 con Lazzaro e Canelo, ora entrambi assenti, in gran spolvero (43 punti in due); gli annali, inoltre, testimoniano come nelle due stagioni precedenti le squadre si siano sempre spartite la posta. Il capitano virtussino, domenica miglior marcatore con 17 punti in 35 minuti (frutto del 50 per cento dal campo, 3/6 sia da 2 che da 3, più 2/2 ai liberi e 8 rimbalzi), analizza la situazione: «Noi stiamo cercando, oltre ad inserire il più velocemente possibile i nuovi acquisti (De Zardo e Maresca, ndr), di reagire a questa situazione difficile. Sicuramente questa serie di sconfitte maturate tutte alla stessa maniera (nell’ultimo quarto) ci ha segnato: guai però a cercare alibi o scusanti. Bisogna, invece, rimboccarsi le maniche e pedalare, non c’è altra soluzione».
Magari proprio con il sostegno di chi, come appunto Crosato, sul parquet è una guida. «È un ruolo che mi sono ritagliato nei momenti in cui il nostro play titolare Piazza è in panca a rifiatare. Molto spesso capita di trovarmi in quintetti di solo giovani, per cui una guida, qualcuno che li possa indirizzare soprattutto nei momenti di difficoltà è necessaria. È un ruolo che mi piace: essendo il capitano è mio dovere aiutare la squadra in qualsiasi momento e maniera possibile».
Giovanni Pellecchia
7 febbraio 2018