(Il Mattino)
A Vicenza un avvio promettente, poi la squadra di Rubini si perde e non ce la fa.
A Vicenza un avvio promettente, poi la squadra di Rubini si perde e non ce la fa.
Neppure il derby debella la sindrome da trasferta della Virtus. Al PalaGoldoni di Vicenza, le due squadre fanno a gara a chi segna di più nella prima frazione, spendendo il tempo restante a giocare al gatto e al topo. La Virtus era partita a razzo piazzando subito un break eloquente (0-7). In uscita dal time out, la squadra di Silvestrucci impiegava un amen a rientrare. Alla tripla di Svoboda (5-7) rispondeva con la stessa moneta Piazza (5-10), mentre il canestro, più fallo, di Andrea Campiello valeva il pareggio (10-10), infiammando la partita. Gli attacchi sono ispiratissimi: Vicenza inizia a fare l’andatura, ma nel frangente i neroverdi replicano colpo su colpo (18-16). Andrea Campiello è un fattore e realizza ben 12 dei suoi 21 punti in un primo quarto spumeggiante. La Virtus si adegua ai ritmi offensivi imposti dai padroni di casa, ma perde un po’ contatto al termine dei 10′ iniziali (28-22). La schiacciata di Corral conferma che l’inerzia è favorevole alla Tramarossa (32-25), ma c’è capitan “Croce” Crosato (doppia doppia da 18+11) a levare i compagni dagli impacci con il tiro dalla lunga distanza (34-30). Molto reattivi al rimbalzo offensivo (10 solo nei primi 20′), i padovani faticano ad arginare i vicentini (39-33), anche perché pagano dazio sulle palle perse. La bomba di Schiavon alleggerisce la pressione locale (39-36 al 15′), ma ogni volta che passano sulla loro metà difensiva i neroverdi se la devono vedere con l’attacco atomico di Vicenza (44-37). Il distacco alla pausa lunga rimane invariato, nonostante la Tramarossa tenti l’allungo (50-44). Nella ripresa calano intensità e percentuali di tiro. E a rimetterci sono gli ospiti, che vengono perforati dal perimetro (61-52). I biancorossi ritoccheranno il loro margine anche alla doppia cifra (64-54). Ma a cavallo della terza e quarta frazione, un break padovano (0-6) rintuzza il gap a -4 (64-60). La forbice è destinata fatalmente a riaprirsi (73-63 al 35′), dopo una fase in cui i virtussini avevano dato la sensazione di essere vicini all’aggancio. Con la Virtus in bonus già nei primi minuti dell’ultimo quarto, il gap crescerà fino al -14 (77-63). De Zardo prova a tenerla aperta (77-68), ma il cronometro è amico di Demartini & C., che possono controllare fino alla sirena (81-74).