Dopo il colpaccio messo a segno su Piacenza l’allenatore Rubini fa i conti: “Questi 26 punti non ci danno sicurezza”.
“Adesso, però, non parlate di play off!”. Mercoledì sera a Rubano, subito dopo la gara vinta per 62-58 con Piacenza nel posticipo della terzultima giornata di serie B, Daniele Rubini si rivolgeva così – con un sorriso – agli incontentabili tifosi di Energia Neroverde. Il coach della Virtus, visibilmente soddisfatto per la prestazione dei suoi, ha poi precisato ai nostri taccuini: “La matematica non ci dà ancora ragione: nel caso di un arrivo multiplo a 26 punti (tanti quanti ne hanno ora i neroverdi quattro lunghezze sopra un terzetto composto da Olginate, Reggio Emilia e Rimini, ndr), gli scontri diretti ci farebbero piombare nei play out: nel mucchio, abbiamo ancora tutto da perdere… Anche perché poi, all’ultima giornata, Costa Volpino verrà a Padova per provare a salvarsi!”.
Se per capitan Crosato e compagni i calcoli matematici si faranno più avanti, dunque, resta però l’importanza fondamentale della vittoria ottenuta con la vice-capolista del girone (ora al terzo posto): squadra, quest’ultima, allestita in estate e poi puntellata nel mercato di riparazione invernale con il chiaro intento di vincere il campionato. Per di più, da parte virtussina, affrontata in gravi difficoltà di organico; visto che, all’assenza di Lazzaro (operato al ginocchio prima di Pasqua), si è aggiunta quella di Calzavara (stirato) e che i tre “under” non erano certo al meglio: l’ex Maresca con un ginocchio malconcio, De Zardo febbricitante e Miaschi stremato dalla nona partita in dieci giorni (tra Nazionale Under 18, Reyer Under 20 e Virtus). “Decisamente una bella soddisfazione, soprattutto per quanti ci sono sempre stati – ammette Rubini -. Se, infatti, ero stato molto duro dopo Desio (dove la Virtus quindici giorni fa era uscita pesantemente sconfitta dovendo abbandonare i sogni play off, ndr), vanno dati ai ragazzi anche tutti i meriti di questa vittoria. Una gara vinta con dedizione assoluta: “a pugni e pedate”, con raddoppi studiati per rompere i loro meccanismi e “scollarne” i vari reparti”. Nella quale, peraltro, si sono viste anche ottime giocate… “E questo resta il rammarico più grande, frutto di una stagione disgraziata. Nella quale, le cose pensate e proposte, si sono potute vedere solo ad intermittenza visti i tanti infortuni e i cambiamenti della rosa”.
Giovanni Pellecchia