Il promettente pivot è scappato dal Congo dopo la scomparsa dei genitori
«Ho attraversato il Sahara, poi dalla Libia a Trapani. Qui ho imparato la lingua»
«Ho attraversato il Sahara, poi dalla Libia a Trapani. Qui ho imparato la lingua»
«Quando vivevo in Congo mio padre era un sostenitore dei diritti civili, girava per Kinshasa ad aiutare le donne in difficoltà e cercava di convincerle a denunciare quando venivano picchiate o erano vittime di stupri. Una sera però i miei genitori sono usciti per andare ad una festa e da quel giorno non hanno più fatto ritorno». Dopo un’infanzia vissuta nella capitale della Repubblica Democratica del Congo inizia così la vicenda prima umana e poi sportiva di Ursel Kingway, pivot classe ’99 di 200 cm per 90 kg, con un lungo percorso che lo ha portato ad essere oggi uno dei gioiellini dell’Under 20 della Antenore Energia Virtus Padova, che la passata stagione si è laureata campione regionale. Un ragazzo letteralmente adorato in società per la sua grande semplicità, il suo cuore d’oro e il suo animo sempre allegro: «Quando i miei genitori sono scomparsi io e mia sorella maggiore abbiamo deciso di andarcene perché sentivamo che eravamo in pericolo, abbiamo preso i nostri tre fratellini piccoli e nel 2014 attraversando il Sahara siamo arrivati fino in Libia dove in corso c’era la guerra civile e poi nell’agosto 2015 mia sorella ha pagato per salire su un barcone e provare ad arrivare in Europa: abbiamo fatto 6 ore di attraversata del Mediterraneo finché non siamo stati salvati dai soccorsi italiani. Siamo sbarcati a Trapani e ci hanno portato in pullman a Padova, dove ci hanno sistemato nel centro di accoglienza per richiedenti asilo di via Bembo».E qui Ursel ha avuto la sua occasione: «Essendo alto ho voluto provare a giocare a basket. È venuto a vedermi l’ex direttore sportivo di Virtus Massimo Caiolo che mi ha fatto entrare nelle giovanili e mi ha affidato agli allenamenti di Riccardo De Nicolao. Qui in Virtus ho trovato una famiglia in cui tutti mi hanno voluto subito bene, quando inizialmente mi isolavo allenatori e compagni cercavano sempre di includermi. In Virtus mi hanno aiutato iscrivendomi a scuola ed insegnandomi l’italiano, mi procuravano scarpe ed abiti e qualche lavoretto come security alle partite o istruttore per bambini, ed io impegnandomi sia negli studi che negli allenamenti sono arrivato fino all’Under 20 vincendo il campionato». Ad oggi Ursel si trova al quarto anno di superiori al Calvi e l’anno prossimo si sdoppierà tra Under 18 e un prestito in Serie D (si parla del Vigonza), mentre adesso abita con uno dei suoi fratelli piccoli con una famiglia italiana che lo ha preso in affido: «Vorrei fare l’università, ovviamente per il futuro mi piace lo sport ma anche l’informatica. Nel basket invece posso migliorare ancora, lavorando molto credo di avere le potenzialità per arrivare fino in Serie B».
Luca Perin