E’ mancato oggi l’allenatore cui la Virtus ha legato una parte fondamentale del suo percorso. Grande maestro ha cresciuto una serie di allenatori e di giocatori che hanno fatto la storia della pallacanestro padovana. Per lui un posto di diritto nella Hall of Fame virtussina.
Paolo Parpajola grande allenatore dalla personalità carismatica è stato dai primi anni ’70 alla fine degli anni ’80 l’epicentro del patronato della Cattedrale dove ha fatto della Virtus una società modello creando una scuola tecnica con pochi eguali.
Guidato da una passione sconfinata si dedicò presto e a tempo pieno all’insegnamento della pallacanestro che gli regalava grandi soddisfazioni e gli fece raggiungere ottimi risultati prima con le squadre giovanili poi anche con i senior.
Via dei Tadi è stata per molti anni la sua casa e grazie alla sua guida lì si sono formate generazioni di giocatori e soprattutto di uomini che oggi lo piangono con grande riconoscenza. Oltre ai giocatori alla scuola di Parpajola si sono plasmati allenatori di grande competenza come Paperini, Vigato, Bertoli, Busato, Silvestrini, Carnaccini, Rebellato, tecnici che grazie ai suoi insegnamenti e al suo esempio sono diventati loro stessi riferimento del panorama tecnico. Nel 1975 il giornalista del Gazzettino Franco Flammini scriveva di quei giovani allenatori: “hanno in mano il polso vero della società, tengono le redini dell’attività più importante, quella giovanile. Allattono, svezzano, fanno muovere i primi passi, insegnano fino ad un passo dall’università del gioco”. Quell’università era gestita da Paolo Parpajola, indiscusso responsabile del settore giovanile, che a lungo guidò la prima squadra costruita quasi esclusivamente con giovani giocatori del settore giovanile portandola fino alla serie B, allora seconda categoria nazionale, nonostante poche risorse ma grazie a grandi competenze.
Allievo di Aza Nikolic che seguì con assoluta dedizione negli anni in cui il tecnico jugoslavo allenò nella nostra città, il “Parpa” aveva personalità sufficiente per esprimere il suo modo di vedere le cose e per non sottostare a nessuna moda o abitudine del momento. La sua pallacanestro era fatta di programmazione, di regole serie e di grande dedizione.
Nell’86 quando la Virtus cambio gestione lui, con Carnaccini e Rebellato, costituirono le guide anche del nuovo percorso. Negli anni ’90 la scelta di vita di lasciare Padova e di trasferirsi a Bassano e nel ’93 il ritorno al basket senior con il Cittadella dove partì dalla serie C2 e in sei anni arrivò fino alla serie B.
Da qualche anno si era ritirato per l’età e per motivi di salute. L’ultima immagine è in compagnia dall’amico Claudio Rebellato seduto sotto ad un canestro in occasione del derby tra Virtus e Petrarca giocato a Montegrotto nell’anno della promozione della sua Virtus in serie B. Ricordo con un velo di commozione il suo sincero ringraziamento e incoraggiamento nel dare continuità al percorso della “sua società”.
Giorgio Contin, uno dei suoi tanti allievi, oggi lo ha ricordato come una storia ricca di sentimenti, dedizione, cultura, spregiudicatezza, praticità, etica e amore.
Le esequie si terranno mercoledì alle ore 15.00 nella cappella di “Casa Gerosa” in via Ognisanti n.6 a Bassano del Grappa.