Ennesima impresa dei ragazzi di coach Seno che vincendo a Bergamo scalano la classifica cominciando a traguardare obiettivi inattesi.
Blu Orobica BG – Virtus Padova 67-69
Parziali: 17-21, 19-14, 15-16, 16-18
Blu Orobica: Coppola 9, Chiappa, Agliardi, Amboni 3, Oberti 5, Abati 5, Chiapparini 3, Bernardi, Siciliano 15, D’Almeida 11, Belotti 14, Abbiati 2. – All. Zambelli – Ass. Petitto.
T2 = 20/39 (70% ) – T3 = 7/24 (29%) – TT = 27/63 (43%) – TL = 6/10 (60%)
Virtus Padova: Cammisa 7, Visone 4, Antonello, Tognon 2, Marinello, Meneghin 8, Serafini 3, Mason, Cignarella 11, Basso 18, Pellicano 16, Capetta n.e. – All. Seno – Ass. Turi.
T2 = 31/64 (48% ) – T3 = 0/11 (0% ) – TT = 31/75 (41%) – TL = 7/10 (70%)
Arbitri: Del Felice – Cassina
Fallo tecnico: Visone al 13′
Fallo antisportivo: Abati al 27′
Al termine di una partita bellissima e combattuta, la Virtus sbanca il PalaFacchetti, portando a casa la seconda vittoria esterna sulle tre partite degli ultimi sette giorni. Ottimo risultato per un gruppo, animato da un crescente entusiasmo, che conferma lo stato di forma positivo, e che sembra aver trovato delle importanti certezze.
L’inizio non è dei migliori, con gli ospiti che danno l’impressione di essere scarichi, non tanto per timore nei confronti dell’avversario (o dell’enorme, sebbene quasi deserto, palazzetto, in cui si respira aria di professionismo), quanto forse per la lunga trasferta che li ha intorpiditi. Un break dell’Orobica frutta quello che sarà il suo massimo vantaggio nella partita (14-5); nonostante ciò coach Seno non chiama time-out, fiducioso nella reazione della sua squadra. Cosa che puntualmente avviene in pochi minuti, quando la Virtus trova spazi per correre in contropiede e alza l’intensità difensiva, grazie anche all’ingresso in campo di Cammisa, e tenta subito dopo di prendere il largo, sfruttando l’inerzia generata da qualche buon recupero. Bergamo, però, non si fa sorprendere, rientra affidandosi ai centimetri e all’atletismo di D’Almeida, vince qualche rimbalzo offensivo, e non perdona le incertezze della Virtus, inizialmente un po’ impacciata nelle letture dei pick’n’roll. A pochi secondi dalla sirena di metà partita, i neroverdi commettono un fallo ingenuo a metà campo che frutta, a bonus esaurito, due tiri liberi per gli avversari i quali, senza sbagliare, chiudono avanti di 1.
Il terzo quarto è l’equilibrio per antonomasia, con le due squadre ora più attente a non subire che a realizzare. L’intensità della partita aumenta, e con essa i contatti di gioco, non sempre rilevati dalla coppia arbitrale. Un continuo botta e risposta accompagna il trascorrere dei 10’, in cui nessuno, tra chi si avvicenda sul parquet, si risparmia.
L’ultimo quarto si apre dunque sul punteggio di 51-51, ed è la Virtus a dimostrare qualcosa in più nei primi istanti: 0-4 di parziale, time-out chiamato dal coach di casa. Un gioco da 3 punti riporta sotto Bergamo, che però subisce di nuovo la grinta degli ospiti. La Virtus vacilla sulla tripla di Coppola e sugli attacchi in post di D’Almeida, perciò passa a difendere a zona, con buoni risultati. In attacco, è Basso a fare la voce grossa e a lottare sotto canestro, anche quando Bergamo alza la pressione e i giochi vengono rotti. Un meccanismo improvvisamente si inceppa nella zona della Virtus, che subisce canestro ma non smette di credere nella vittoria.
L’ultimo minuto è per cuori forti: sul 67-67 Bergamo sbaglia un tiro importante, rimbalzo per la Virtus, palla in mano e poco meno di 40” da giocare. Si accenna a costruire un tiro, che però rimbalza sul ferro: la palla vagante finisce fuori, e la rimessa è per gli ospiti, dal fondo in attacco, con 23” sul cronometro.
E’ Pellicano a deciderla, con un palleggio-arresto-tiro dei suoi, che trova il fondo della retina a 14” dalla fine. La Virtus, che non aveva ancora speso il bonus, difende forte sulla rimessa in zona d’attacco degli avversari, spezzando il gioco disegnato durante il time-out. Sul recupero di Meneghin può poi finalmente esultare per una vittoria meritata, strappata all’ultimo respiro, e che permette ai neroverdidi agganciare in classifica il Petrarca, nel frattempo sconfitto pesantemente a Reggio Emilia.
Carlo Cignarella