Non bastano i canestri di Pellicano e Basso, la Virtus si deve arrendere a Cremona nel match casalingo.
Virtus Padova – Vanoli Cremona 62-69
Virtus Padova : Cammisa, Visone 8, Antonello, Tognon 3, Lomma 7, Mazonetto, Serafini 5, Mason, Cignarella 7, Capetta 1, Basso 14, Pellicano 17. – All. Seno – Ass. TURI.
VIRTUS PD: T2 36% 18/50 – T3 20% 3/15 – TT 32% 21/65 – TL 53% 17/32
Vanoli Cremona: Bandera 12, Labovic 13, Spoldi, Garini, Strautmans 12, Cavagnini, Bonazzolli 4, Penna 4, Baggi 13, Chiozza 9, Bertoglio. – All. Baiardo Ass. Beluffi.
VANOLI CR: T2 49% 22/45 – T3 30% 6/20 – TT 43% 28/65 – TL 58% 7/12
Arbitri: Nuara – Ottoveggii
Fallo tecnico: Baiardo al 30′
Parziali: 16-24, 11-21 (27-45), 26-11 (53-56), 9-13 (62-69).
“Una partita che mi preoccupa”. Così descriveva coach Seno alla vigilia la sfida a Cremona, che fino a ieri non si era distinta nel campionato tanto per l’eccellente classifica, quanto piuttosto per il gioco atipico, a tratti estremamente efficace, fatto di attacchi veloci, transizioni spinte, tiri dalla distanza.
Non si può dire, quindi, che i ragazzi non fossero stati messi in guardia e non si dovessero aspettare grande intensità da parte degli avversari.
Metafora lucida di quella che sarà la serata è la palla a due, alzata (involontariamente) storta rispetto alla verticale: la traiettoria favorisce il saltatore di Cremona, che indirizza verso un compagno per due facili punti dopo 2”. La Virtus, invece, impiega più di due minuti a sbloccare la casella del tabellone alla voce “punti”, stordita certamente dal parziale di 0-8 subito, incapace, per tutto il primo tempo, di trovare le contromisure difensive giuste per limitare un attacco caotico ma letale. I padroni di casa vanno ulteriormente in difficoltà, specie perché Cremona è abile a portare la partita su ritmi molto alti, a cui la Virtus non è in grado di reggere: giocare tante azioni, e quindi produrre molti tiri, è strategia vincente per chi fa canestro sistematicamente anche dalla distanza (e non senza fortuna, che aiuta gli audaci ma tende a voltare le spalle quando Cremona realizza prima una tripla di tabellone mani in faccia e poi una penetrazione tirando da fondo campo), non certo la squadra che in casa si tiene sul 53,125% ai liberi (17/32 complessivamente).
Sotto di 18 all’intervallo, facce spente si aggirano per lo spogliatoio di casa, facce di chi, indubbiamente, sta attraversando uno dei primi momenti difficili della stagione. Tuttavia il carattere, l’orgoglio, quelli no, non mancano a questa squadra. Nonostante, infatti, le tracce di gioco siano di fatto inesistenti, e spesso la trama virtussina si riduca a un pick’n’roll dal sempre dubbio sviluppo, i padroni di casa trovano la forza di rientrare, rosicchiando con pazienza un punto alla volta. In 5’ di massimo sforzo, la Virtus dimezza il proprio svantaggio, aumentando l’aggressività difensiva e spendendo tante energie nello stoico tentativo di rimonta, che si concretizza anche grazie ai tiri liberi di bonus. Dopo essere stati sotto di 21, in un momento di buio totale del secondo quarto, all’inizio degli ultimi 10’ i padroni di casa si portano sul -1, dimostrando di non aver mai mollato né rinunciato a crederci. Nel momento decisivo, dopo 3’ in cui il punteggio rimane inchiodato sul 60-63 per vari errori da entrambe le parti, le energie spese nella rimonta si fanno sentire nelle gambe e nella testa dei virtussini, ora davvero incapaci di costruire attacchi sensati. Così, i punti da recuperare diventano prima 5, poi 7, e le speranze progressivamente si sgretolano, allorchè la Virtus produce brutte palle perse invece che tiri accompagnati da preghiere.
Il referto giallo è meritato, a fine partita, dal momento che la Virtus non è riuscita a imporre il suo gioco tra le mura amiche, e neppure ad adeguarsi a ritmi diversi rispetto a quelli abituali. Viene quindi da chiedersi la ragione della sconfitta, in definitiva cosa è mancato per portare a casa la terza vittoria di fila. Risponderebbe, saggiamente, coach G.P.: “They scored more thanus”.
I’m afraid it’s true.