A Lecco la quinta sconfitta di fila. Nell’ultimo quarto parziale di 1-20.
Non è un’influenza e non sarà semplice da curare, la malattia che da un mese abbondante tiene la Virtus lontana dalla vittoria. È un male che ha tante spiegazioni.
C’è dentro un po’ di presunzione, forse alimentata dalle quattro vittorie iniziali; c’è un evidente ritardo nell’assemblaggio dei pezzi, dopo il ritorno di Stojkov e per le diverse assenze che hanno quasi sempre impedito a coach Friso di lavorare con il gruppo al completo; e c’è soprattutto una condizione fisica precaria, con giocatori palesemente fuori condizione. Dalla difficile trasferta di Lecco ci si aspettava qualche segnale positivo, sono arrivati invece lunghi momenti di ingiustificabile assenza dal campo, costati un parziale di 0-12 nel primo quarto, uno di 0-10 nel terzo quarto e addirittura un clamoroso 1-20 nell’ultimo periodo, dopo che la partita era stata quasi riaperta (dal 52-32 al 57-48 nel giro di pochi minuti). Travolta sotto canestro – anche per la prova nettamente sottotono di Nobile – e incapace di difendere come suo solito (gli 80 punti subiti sono la prova più evidente), la Virtus si è ritrovata sotto di trenta punti e ha limitato i danni solo quando Lecco ha staccato il piede dall’acceleratore. C’è Stojkov in quintetto, per la prima volta quest’anno e il giovane Ferrara – fin qui sempre in play all’inizio – si siede in panca. Ma dopo 3’ Lecco se ne va con un parziale di 12-0, tutto firmato dal centro Jacopo Balanzoni (13 punti solo nel primo periodo), che travolge Nobile. Che il lungo Virtus non sia in giornata si capisce presto: male al tiro, tre stoppate subite in 11’ e una partita tutta in salita. I neroverdi limitano i danni solo perché in campo c’è un Canelo ispiratissimo – e sarà l’unico a salvarsi alla fine. Alla prima sirena il ritardo è già notevole (25-12). Ferrara trova due punti e due rimbalzi, Lazzaro mette la prima tripla dopo uno 0/5 di squadra preoccupante e la Virtus sembra rientrare (27-17 dopo 3’). Ma è un fuoco di paglia: Quartieri, Todeschini e Spera piazzano un altro allungo (36-19) e poi Brambilla e Balanzoni mettono due schiacciate che portano i lombardi sul +17 (40-23). Lazzaro fa il terzo fallo, tutta la Virtus ne ha sei, a conferma di quanto male e poco difendono i ragazzi di Friso. Brambilla allunga ancora (42-24) e all’intervallo lungo i neroverdi sono sotto di 15. Nel terzo quarto, però, si vedono sprazzi di Virtus: Canelo accorcia subito fino al -10 (42-32), Quartieri risponde da tre, Todeschini e Siberna portano il vantaggio a +20 (52-32) con un parziale di 10-0 che costringe Friso al time out. Stojkov rientra con una tripla e poi serve tre assist di fila a Lazzaro, Canelo e Salvato per un 10-0 Virtus che sembra riaprire la sfida, anche perché poi ancora Salvato sigla il -10 (54-44) e Canelo chiude il periodo sul -9 (57-48). Si può ancora fare, ma è solo teoria. Spera e Balanzoni schiacciano in faccia alla Virtus tutta la determinazione di Lecco, che domina l’ultimo periodo. Il parziale per i lombardi è di 20-1, fino alla bomba di Fumagalli per il +30 (80-50). La Virtus non c’è più, sparita dal campo e dai radar della zona playoff del girone. A coach Friso il compito di rimettere insieme i pezzi.
Cristiano Cadoni
28 novembre 2016