(Il Mattino) Papà ex professionista, mamma in A/2, sorella in B, i due pivot campani hanno avuto la strada delineata sin dall’inizio
Se nel mondo della pallacanestro veneta è impossibile non conoscere la dinastia dei De Nicolao (con attualmente Andrea campione d’Italia con la Reyer, Giovanni impegnato in A2 con Agrigento e Francesco stella della Virtus in B), ecco che da quest’anno un’altra famiglia tutta casa e basket prova a seguirne le orme tra Padova e Verona. Si tratta infatti dei fratelli Morgillo: napoletani di nascita ma da quest’anno veneti d’adozione. Ivan, classe ’92, infatti in B sta diventando una pedina importante dell’Antenore Energia Virtus Padova, mentre Alessandro, classe ’99, dopo aver assaggiato l’A1 con Pesaro nelle ultime due stagioni, è ora uno dei giovani in rampa di lancio della Tezenis Verona in A2.
Come i fratelli De Nicolao, tutti playmaker, anche i Morgillo sembrano creati con lo stampino: due pivot di oltre due metri, longilinei e duttili in campo. Ed Ale ed Ivan l’anno scorso hanno anche incrociato le armi in Serie B quando Ivan difendeva la maglia di Fabriano e Alessandro era in doppio tesseramento con Senigallia. Ma le cose in comune non finiscono qui. Per entrambi nel curriculum c’è un’esperienza azzurra con la nazionale U20 e inoltre anche una buona propensione verso gli studi: Ivan è laureato in ingegneria energetica e da quest’anno si è avviato anche con la magistrale, mentre Alessandro ha da poco iniziato una laurea in economia
.«Quest’estate è stata un po’ turbolenta e il riavvicinamento con Alessandro è stato qualcosa di indirizzato anche dagli eventi» racconta Ivan. «Inizialmente ero stato ingaggiato dalla Juvecaserta: il progetto era ambizioso, la squadra puntava alla Serie A e io giocando lì potevo riavvicinarmi a casa. Poi però la società in A è stata ripescata, con la possibilità di acquistare degli americani, e di comune accordo abbiamo deciso di rescindere il contratto. Lì si è presentata Padova con un progetto ugualmente importante e così alla fine al posto di riavvicinarmi ai miei genitori mi sono avvicinato ad Alessandro che nel frattempo era stato ingaggiato da Verona. Noi due siamo molto legati, so di essere un punto di riferimento per lui e appena possiamo ci vediamo. Quando mia madre ha saputo che su di me c’era Padova mi ha spinto anche lei qui in Veneto».Una famiglia Morgillo molto legata e con il basket che scorre a tutti nelle vene: papà Ciro ai suoi tempi è stato giocatore professionista in Serie B, mamma Stefania è arrivata fino all’A2 femminile e la sorella Laura ha militato in Serie B femminile. «E io ho avuto l’occasione di giocare anche una partita con mio padre» spiega Ivan. «Ero un Under 17 della Vivi Napoli mentre mio padre era all’ultimo anno di carriera in prima squadra».Intanto però per Ivan c’è da pensare alla Virtus: due buone prove personali entrambe finite in doppia cifra nelle prime due vittorie stagionali, per un progetto Antenore Energia che ha già sposato in pieno: «La passata stagione ho visto come Padova sia stata per lungo tempo in testa alla classifica, ho letto del bel gioco che ha proposto e come sia stata la rivelazione del campionato», racconta Ivan. «Quando tramite il mio procuratore è arrivata la proposta ho parlato al telefono con coach Rubini e nel giro di pochi minuti mi ha convinto: aveva le idee chiare sul gioco che aveva in mente e su cosa avrebbe voluto da me. Personalmente desideravo avere un ruolo da protagonista in una squadra ambiziosa e il progetto Virtus è stato perfetto per me. Il precampionato è stato complicato per un infortunio che mi ha tenuto fermo tre settimane, ho saltato la preparazione e le amichevoli, per fortuna ho recuperato giusto in tempo per la prima giornata e nelle prime due sfide sono riuscito a cavarmela nonostante non fossi ancora al 100%, ora però vorrei cominciare a dimostrare in pieno qual è il mio valore».
E già domani alle 18 sicuramente ce ne sarà bisogno: alla Kioene Arena infatti ci sarà da affrontare per Virtus la corazzata Omnia Pavia e l’asticella si dovrà alzare ulteriormente.
Come i fratelli De Nicolao, tutti playmaker, anche i Morgillo sembrano creati con lo stampino: due pivot di oltre due metri, longilinei e duttili in campo. Ed Ale ed Ivan l’anno scorso hanno anche incrociato le armi in Serie B quando Ivan difendeva la maglia di Fabriano e Alessandro era in doppio tesseramento con Senigallia. Ma le cose in comune non finiscono qui. Per entrambi nel curriculum c’è un’esperienza azzurra con la nazionale U20 e inoltre anche una buona propensione verso gli studi: Ivan è laureato in ingegneria energetica e da quest’anno si è avviato anche con la magistrale, mentre Alessandro ha da poco iniziato una laurea in economia
.«Quest’estate è stata un po’ turbolenta e il riavvicinamento con Alessandro è stato qualcosa di indirizzato anche dagli eventi» racconta Ivan. «Inizialmente ero stato ingaggiato dalla Juvecaserta: il progetto era ambizioso, la squadra puntava alla Serie A e io giocando lì potevo riavvicinarmi a casa. Poi però la società in A è stata ripescata, con la possibilità di acquistare degli americani, e di comune accordo abbiamo deciso di rescindere il contratto. Lì si è presentata Padova con un progetto ugualmente importante e così alla fine al posto di riavvicinarmi ai miei genitori mi sono avvicinato ad Alessandro che nel frattempo era stato ingaggiato da Verona. Noi due siamo molto legati, so di essere un punto di riferimento per lui e appena possiamo ci vediamo. Quando mia madre ha saputo che su di me c’era Padova mi ha spinto anche lei qui in Veneto».Una famiglia Morgillo molto legata e con il basket che scorre a tutti nelle vene: papà Ciro ai suoi tempi è stato giocatore professionista in Serie B, mamma Stefania è arrivata fino all’A2 femminile e la sorella Laura ha militato in Serie B femminile. «E io ho avuto l’occasione di giocare anche una partita con mio padre» spiega Ivan. «Ero un Under 17 della Vivi Napoli mentre mio padre era all’ultimo anno di carriera in prima squadra».Intanto però per Ivan c’è da pensare alla Virtus: due buone prove personali entrambe finite in doppia cifra nelle prime due vittorie stagionali, per un progetto Antenore Energia che ha già sposato in pieno: «La passata stagione ho visto come Padova sia stata per lungo tempo in testa alla classifica, ho letto del bel gioco che ha proposto e come sia stata la rivelazione del campionato», racconta Ivan. «Quando tramite il mio procuratore è arrivata la proposta ho parlato al telefono con coach Rubini e nel giro di pochi minuti mi ha convinto: aveva le idee chiare sul gioco che aveva in mente e su cosa avrebbe voluto da me. Personalmente desideravo avere un ruolo da protagonista in una squadra ambiziosa e il progetto Virtus è stato perfetto per me. Il precampionato è stato complicato per un infortunio che mi ha tenuto fermo tre settimane, ho saltato la preparazione e le amichevoli, per fortuna ho recuperato giusto in tempo per la prima giornata e nelle prime due sfide sono riuscito a cavarmela nonostante non fossi ancora al 100%, ora però vorrei cominciare a dimostrare in pieno qual è il mio valore».
E già domani alle 18 sicuramente ce ne sarà bisogno: alla Kioene Arena infatti ci sarà da affrontare per Virtus la corazzata Omnia Pavia e l’asticella si dovrà alzare ulteriormente.
Luca Perin