(Il Mattino)
Il sacerdote va in pensione: l’omaggio degli ex della Virtus
Il sacerdote va in pensione: l’omaggio degli ex della Virtus
«Sono sicuro che ci rivedremo ancora, anche quando sarò in “pensione”. Il nostro non è un addio, perché, mal che vada, fonderò un’altra chiesa». Così risponde, tra il serio e il faceto, don Alberico Alfonsi a quanti gli domandano se dopo l’ultimo raduno in via dei Tadi le loro strade si incroceranno nuovamente. Prossimo al “pensionamento”, in base alla nomina stabilita lo scorso luglio dal vescovo Cipolla, don Alfonsi lascerà a fine mese il servizio di parroco delle Cave per raggiunti limiti di età. Sabato il gruppo di “ragazzi” di via dei Tadi, formato dagli amici del patronato del Duomo, ex giocatori e allenatori della Virtus Padova, era presente in massa per salutarlo alla grande adunata organizzata da Antonio Muzzolon.
Padre spirituale della prima Virtus di Rino Pavanello, il suo ruolo fu determinante per la costruzione della palestra del Duomo (in seguito intitolata al compianto Giorgio Frescura), dando impulso alla pallacanestro cittadina. Proprio nell’impianto in via dei Tadi don Alfonsi ha celebrato davanti a 150 ragazzi “diversamente giovani” una messa sui generis, in memoria dei tanti amici della Cattedrale scomparsi negli anni scorsi. Seguendo il suo stile spontaneo e genuino, ha toccato i cuori di tutti i presenti, ravvivando l’atmosfera con la solita ironia pacata e cordiale, condita da qualche aneddoto divertente.
Dopo la messa, il pranzo sociale alla parrocchia delle Cave ha avuto come ospite speciale il mitico Paolo Parpajola, uno dei decani degli allenatori padovani e maestro di tecnici e atleti cresciuti all’ombra del Duomo. Diversi gli ex giocatori virtussini, nati soprattutto a cavallo degli anni ’50-60, che hanno partecipato all’evento insieme al patron Gianfranco Bernardi, accompagnato dal figlio Nicola: da Rolly Marchi a Renzo Menin, Mauro Negri e Massimo Cesaro, fino ad Andrea Pavan, Mario Biasio e Riccardo Guolo, senza dimenticare il dirigente Francesco Duso e coach Ivreo Carnaccini. «Durante il periodo in cui don Alberico è stato parroco al Duomo», ricorda Guolo, responsabile delle relazioni istituzionali alla Virtus ed ex presidente della Fip di Padova, «convivevano le due anime del patronato e della Virtus. Era una scuola di uomini, guidata da un sacerdote che non ha mai imposto nulla, riuscendo a instaurare un legame forte e profondo. In quella palestra di via dei Tadi abbiamo tantissimi ricordi da condividere».