Gran partita sul campo della capolista quasi sempre in vantaggio, eccelle Morgillo
La vendetta è un piatto che va servito freddo. E così, dopo un intero girone, l’Antenore Energia Virtus si è presa la rivincita con una gran vittoria per 68-67 (20-14, 34-29 e 52-49 i parziali) sul campo della capolista Bernareggio. Gara che, fino a metà pomeriggio, ha rischiato di saltare (come altre sospensioni di attività) ed alla quale la formazione di Daniele Rubini si è presentata priva in cabina di regia sia di Piazza che del giovane Pellicano. Gara che, invece, si è messa subito sui binari giusti per i neroverdi. Partenza-sprint dell’Antenore Energia, che ha fatto l’andatura tutto il primo tempo: 11-2 al 5′ con le triple di Dagnello ed un ispirato Morgillo (16 punti già all’intervallo, 2/3 dall’arco). Partita anche dagli accesi toni agonistici: De Nicolao, l’unico play di ruolo a disposizione di Rubini, ben presto gravato di due falli; i neroverdi, però, doppiano i locali sfruttando un tecnico a Laudoni (16-8).
La Virtus, chiusa la prima frazione sul +6 con tap-in allo scadere di Morgillo, subisce la rimonta dei locali nella seconda. Una frazione nella quale si segna con il contagocce: Bernareggio recupera e mette il naso avanti (sul 27-26, 2/2 in lunetta di Quartieri) quando la Virtus, con De Nicolao in panchina, si incarta in attacco; l’Antenore Energia, però, riprende subito il comando delle operazioni sfruttando un altro tecnico (alla panchina locale) e andando all’intervallo sul +5: canestro da sotto di Ferrari, con il solito uso del piede perno, e tripla allo scadere di Morgillo.
Nella ripresa, Bernareggio appare più pimpante ed impatta (39-39). I padovani, riallungano con le due triple ravvicinate di capitan Schiavon e Bianconi (45-41); poi, nonostante l’ispirato Quartieri tra i locali ed i problemi di falli (antisportivo di Morgillo e quinto di Calò), mantengono il naso avanti con una fiammata di Dagnello sul finire di terza frazione. Copione che si ripete nell’ultima: Bernareggio mette il naso avanti, ma la Virtus non sbanda ed anzi arriva alla volata finale ancora avanti di 5 punti (gioco da tre di Ferrari e gran canestro di De Nicolao). Vantaggio sufficiente, anche perchè Laudoni fa solo 1/2 in lunetta e fallisce sulla sirena la tripla decisiva.
Giovanni PellecchiaIl