(Il Mattino)
In un palazzetto gremito, i ragazzi di coach Rubini hanno piegato di un punto (75-74) Vigevano. Domenica gara-tre
La Virtus è ancora in corsa. Ha faticato a piegare Vigevano in gara-2 dei quarti di finale playoff di Serie B in una Kioene Arena traboccante di tifo con oltre duemila spettatori, ma ha meritato di portare la serie alla “bella”, venendo baciata anche dalla fortuna sul tiro di Benzoni che non ha colto il bersaglio a 4” dall’ultima sirena (75-74). Si sapeva sarebbe stata dura. Lo sarà ancora di più domenica, ore 18, quando i ragazzi di Daniele Rubini torneranno nell’inferno di Vigevano per gara-3.Sotto canestro, la Virtus ha sofferto tantissimo i pavesi, concedendo 15 rimbalzi offensivi (il solo Petrosino ne ha catturati ben 6). «Il problema dei rimbalzi è stato generato da sbavature dovute alle rotazioni difensive», ammette coach Rubini, «bisogna che sistemiamo presto la questione. Avevamo un problema di tipo fisico con alcuni quintetti avversari, che ha generato un certo sconquasso. Ma se fossero entrati quei tiri aperti, che fanno parte dell’ordinaria amministrazione, avremmo messo ansia a Vigevano, trovando quel vigore che ci è venuto a mancare. Per tutto l’anno, non siamo mai dovuti ricorrere a cambi legati alla gestione dei falli, ora è successo anche questo. Nel momento in cui avevamo perfezionato un break, Piazza ha avuto una ricaduta al tallone che lo sta tormentando da tempo. In pratica, abbiamo giocato con due giocatori infiltrati, perché anche Bovo ha fatto quello che poteva».Vigevano è sempre rimasta aggrappata al match, senza fare cose eclatanti, ma vivendo di rendita su palle sporche, rimbalzi d’attacco e conseguenti extrapossessi.La scelta dell’Antenore Energia di alternare difesa a uomo e zona non ha pagato i dividendi sperati. «Un plauso glielo devo rivolgere ai miei ragazzi: nel giro di tre giorni, due partite così non erano semplici da affrontare», continua il tecnico, «hanno messo un’attenzione da numeri uno».Ora si apre il sipario sul terzo decisivo atto del quarto di finale. «Il fattore campo rischia di diventare troppo pesante, anche se devo ammettere che abbiamo avuto un aiuto importante dal parte del nostro pubblico che ha capito che era una partita della squadra di Padova, non della Virtus», osserva infine Rubini, «se vogliamo andare a Vigevano a divertici, servirà una lucida follia. Pensiamo a quando si va a una festa: sicuramente c’è un pazzo di mezzo e un po’ di pazzia generale nel resto del gruppo. Non andremo lì con le infradito e l’asciugamano sulle spalle. Sarebbe bello che la nostra stagione potesse avere un seguito».
Mattia Rossetto