(Il Gazzettino)
Primo tempo stellare con Olginate, poi qualche sofferenza fino all’azione decisiva con protagonisti Canelo e Lazzaro
La Virtus, sabato sera nella tana di Rubano, si è aggiudicata il primo di due spareggi con cui chiude l’andata (sabato replicherà sul campo del fanalino di coda Costa Volpino). I neroverdi hanno vinto una gara a due facce. Un primo tempo stellare, nel quale al 6′ toccavano la doppia cifra di vantaggio (16-6) ed al 17′ arrivavano al massimo vantaggio sul +20 (39-19). Un primo tempo nel quale, con una buona circolazione di palla sull’asse tra un incontenibile Canelo e un capitan Crosato da doppia doppia, la Virtus si concedeva momenti di show-time: un’azione, iniziata con la stoppata di Lazzaro e apertura per Piazza, vedeva accelerare quest’ultimo che liberava al tiro Schiavon (unici suoi due punti). Gli ospiti, che privi del centro titolare Tagliabue e dell’ala Colnago nel primo tempo si erano aggrappati a Planezio e Siberna, rientravano però meglio dagli spogliatoi piazzando subito un parziale di 11-2 che cambiava l’inerzia della gara. Come goccia cinese Olginate si rifaceva sotto e, anche se la Virtus iniziava l’ultima frazione sul +9 ed era ancora sul +5 al 35′ (65-60), riusciva a completare la rimonta proprio nella dirittura d’arrivo, in cui la Virtus arrivava senza il regista Piazza (out per cinque falli) giungendo a un canestro di distanza sia a 1’20 (68-67, tripla di Marinò) che a 50 (70-68, 1/2 in lunetta di Todeschini). Qui, il rocambolesco finale: uscendo dal time out, Calzavara perdeva palla e commetteva fallo su Rota che impattava dalla lunetta (2/2). Ma erano i due migliori marcatori virtussini a risolverla: Canelo, con una magata, liberava Lazzaro che segnava da sotto, subendo fallo, e trasformando il tiro libero supplettivo.
«Abbiamo disputato un primo tempo stellare, frutto però più di invenzioni dei singoli che di coralità – osserva Daniele Rubini – Di ritorno dagli spogliatoi, invece, siamo stati poco attenti nel valutare che una squadra, seppure in difficoltà, fa emergere i singoli: un gioco a tratti arrembante ed illogico, con la predominanza di aspetti fisici su quelli tecnici. Del resto, gli alti e bassi sono nel nostro Dna: si lavora per adattarci. Ci godiamo comunque questi 14 punti in classifica, con la prospettiva di poterli incrementare».
Giovanni Pellecchia
18 dicembre 2017