Base americana Ederle di Vicenza – U 14 Virtus Rosa 37:19
Sempre meravigliose le ragazze neroverdi che hanno esportato la loro carica e simpatia, sfidando in “terra” americana le “quasi” pari età “stars&stripes” in un confronto sognato, atteso, emozionante per tigrotte e… genitori al seguito.
Dove ? … New York, Boston, Los Angeles, Philadelphia, … niente di tutto questo, troppo banale; niente popò di meno che a VicenzaCity, Caserma “Ederle”, ma sempre America comunque.
Attesa elettrizzante per le Virtussine, cronoprogramma puntuale studiato da coach Ale. Sincronizzati i navigatori, si parte !!!! Viaggio perfetto e ineccepibile coordinamento e sincronia da parte dei driver… alla prima rotatoria 4 uscite ed altrettante direzioni imboccate dai diversi “mezzi da sbarco” neroverdi.
Poco male, l’imperturbabile coach raccoglie e riordina la spedizione e riprende senza indugio la marcia.
Ecco la meta, il canyon che introduce nella Basketvalley berica da lontano è presidiata da enormi ed inflessibili marines. Da vicino da un più familiare milite della “Benemerita” e altri in divisa non ben identificati.
Psicodramma linguistico: “oddiomio come potremo spiegarci da adesso in poi ?”.
Immediata verifica delle reminescenze di inglese: “I no spik ingliss”, …. perfetto, meglio comunicare a gesti (ringraziamo i ns avi per averci tramandato la briscola a “moti” – sempre utile).
Di fronte alle porte dell’Ade, il punto di non ritorno ? Ecco il “Cerbero” pluridecorato (sarà un generale ?), armato di strano congegno si avvicina, controlla i mezzi e poi tuona in stretto slang “americano”: “Dottò er documento” ???? Inimitabili stì americani sono pure poliglotti !!!
Richiesta intimorita della colonna virtussina: “Uer ar iu from ?”…. Risposta secca e risoluta del ranger: “Trastevere” (nel Texas probabilmente), e definitivo consenso a varcare il confine nel “nuovo” mondo. Finalmente ammessi a questo “spicchio” di Stati Uniti.
Alla faccia dello “spicchio”!!! Varcato il portale, la compagnia tricolore vaga alla ricerca della palestra incrociando nell’ordine: Club, Cinema, Ristoranti, Banche, Alberghi, High School, Uffici, Negozi, campo da football illuminato a giorno, Ospedale, Fast Food come se piovesse (autentico rammarico della serata), ed infine il parcheggio.
Parcheggio adeguato e comodo. I mezzi della spedizione si distribuiscono in fila di 4 per ogni stallo di parcheggio. Come noto i SUV europei hanno le stesse dimensioni delle riproduzioni giocattolo che Santa Klaus reca in dono ai bambini d’oltreoceano, quindi anche gli stalli di parcheggio hanno dimensioni americane.
Arrivati in palestra. Palestra ? Non proprio, limitante tale definizione se ricondotta al familiare modello della mitica Via dei Tadi. Si accede all’impianto da uno spazio esteso quanto il Kioene arena destinato al fitness e bodybuilding. I frenquentatori più gracili esibiscono bicipiti larghi quanto il girovita di Bud Spencer e tra loro, i più debilitati, alzano senza sforzo apparente coppie manubri da 25 kg ciascuno !!!
La deformazione professionale di qualcuno fa intuire che lo stesso stabile include: la citata area bodybuilding, la palestra con tribune su ambo i lati, spogliatoi e servizi size “Prato della Valle”, BeautyFarm, piscina, sala per ginnastica dolce e tanto altro ancora. “Tu vuo’ fa’ l’ammericano” …. cantava Carosone
Alle porte del campo di gioco le “Italian tigers” vengono accolte da un cordiale e sorridente comitato di benvenuto formato da alcune avversarie. Gentili e “giunoniche” le avversarie, con rapporto di scala rispetto alle Virtussine di non meno di 1 a 1,5. Naturale, sono americane!!!
Finalmente il campo, ma non subito, si attende compostamente il termine di una precedente sfida tra sponde dell’atlantico in un confronto tra la squadra locale e una formazione giovanile del Riviera Vicenza.
Ammirabile la scena che si propone sulle tribune. Un numeroso gruppo di spettatori tra i quali intere famiglie con bambini al seguito che disegnano, fanno i compiti, tifano i propri beniamini in assoluta serenità !!!
Chi arbitrerà ? L’endemico dramma dell’ItalBasket in ogni confronto in campionato, e ancor più tragico, in caso di amichevole, sembra non affliggere l’oltreoceano berico …. Sono presenti addirittura due arbitri ufficiali (anche se in maglia juventina rileva qualcuno del gruppo !!!).
Ci siamo, finalmente in campo, non prima di esporre il vessillo simbolo delle “guerriere” neroverdi. Lo striscione “Le TIGRI neroverdi per la VIRTUS” viene issato in bella vista dai “pirati del Brentelle” capitanati dal “Jack Sparrow de noatri” alias Alessandro tra la sorpresa dei locali.
Si parte, palla2 e da subito si evidenzia la soverchiante fisicità delle monocromatiche e omovestite GIRLS stelle&strisce opposta alla migliore tecnica delle variopinte e eteroabbigliate Tigri tricolori che non dimostrano alcun timore reverenziale e sudditanza fisica, anzi grinta e determinazione.
Da un lato si suona la carica del “7° cavalleggeri di Custer” e risuonano urla di attacco delle tribù Sioux e Apache. Dall’altro si risponde con il coraggio di: “…tutti in insieme per questa Virtus …” e un più autoctono “ … me compare Giacometo el gaveva un bel gaeto …” tipico delle tribù venete.
Primo e secondo periodo con gioco arrembante e leggero vantaggio “americano”. Il distacco è lieve e alla portata delle neroverdi che dimostrano di voler provare di tutto per conquistare l’impresa.
Purtroppo oltre al mismatch fisico le ragazze americane possono contare sul “litigio” delle Tigri con il canestro. Denti affilati ma mani un po’ “ruvide” al tiro; la Virtus non riesce a inquadrare il canestro con continuità e per la disperazione di coach Ale tali errori e una discreta quantità di palle perse condannano le neroverdi a un distacco ben superiore al divario reale.
In ogni caso le ragazze patavine non mollano fino alla fine e con buona rotazione ognuna assicura il proprio contributo ad un’esperienza unica e di grande rilievo per la crescita in esperienza sportiva e personale.
Si conclude con la netta affermazione delle locali, ma la grande soddisfazione di tutte.
Le fatiche delle feline neroverdi trova confortevole e inaspettato ristoro nello spogliatoio dove la sosta dura un tempo immemorabile, causa scoperta di una meravigliosa sauna a disposizione (proprio come le palestre tricolori). Ulteriore scoperta e possibilità alla quale nessuna rinuncia per la gioia dei genitori in paziente attesa del rientro.
Un grazie a GREG, coach delle girls americane, per disponibilità e cortesia. Ci ricorderemo del suo: “scusate per mio italiano no molto buono” ….. (te savessi el me inglese che roba !!!).
E un grazie ancora più grande alla super coach Ale per aver dato a Tigri e genitori un’occasione unica e organizzato l’appuntamento con consuete precisione e puntualità.
Adesso non rimane che ritornare con testa e determinazione agli appuntamenti di campionato, facendo tesoro di ogni esperienza per continuare a rincorrere crescita individuale e collettiva, raggiungendo meritatamente soddisfazioni finali.
Forza TIGRI e forza VIRTUS