Giornata nera al tiro e panchina corta: con Vicenza un altro ko
Puoi avere la giornata più nera al tiro e puntare tutto sulla difesa, ma è difficile farlo se di fatto giochi con sette uomini, in un’arena che si arroventa, con il contatore dei falli che scatta inesorabilmente verso il limite. Eppure – nonostante tutto – la Virtus che cerca il riscatto dopo la beffa casalinga con San Vendemiano, quasi riesce nel colpo di riprendere per i capelli una partita nata male e cresciuta peggio. Ma senza Stojkov, ancora fermo, e questa volta anche senza Salvato, ma soprattutto con mani ghiacciate, ci sarebbe voluto qualcosa in più. E Friso non ha trovato la soluzione, pur facendo ruotare come poche altre volte le guardie e gli esterni. «Le rotazioni erano ristrette e con i giovani succede di avere qualche passaggio a vuoto», spiegherà alla fine il coach. «Ma non mi è piaciuto soprattutto il fatto che siamo stati molli per metà partita». Così i due derby riportano la Virtus alle spalle delle grandi favorite (Orzinuovi ha espugnato Bergamo ed è rimasta prima con Cento) e condannano i neroverdi ad un’altra settimana di rimpianti. Pronti via e la Virtus è subito in affanno. Nobile fa il secondo fallo dopo 3’e 33” e qualcosa nella difesa cambia in peggio. Canelo mette il 9-7 che resterà a lungo l’ultimo vantaggio neroverde e poi Vicenza se ne va, mettendo la freccia con due bombe di Vai, incontenibile già nel primo quarto. (15-10 dopo 7’14”). Friso chiama timeout, ma serve a poco. Boaro da 3 scava il solco, pausa sul 22-12. Un tecnico per proteste in avvio di secondo periodo sembra svegliare la Broetto. Vicenza spara tanto dalla lunga, Demartini mette il 25-16, Montanari il 28-20. La Virtus prova a rispondere da tre con Crosato, Lazzaro, Schiavon ma non entra mai. Vicenza va sul +13 (35-22) e il tempo si chiude sul 37-24 con i vicentini che hanno 44 di valutazione, la Virtus solo 23 e già troppe palle perse. Non è in attacco che si recupera, dice probabilmente Friso negli spogliatoi. Così la Virtus torna in campo e difende meglio. E fa una rimonta da formichina, costruita con i gomiti sotto canestro dove Lazzaro trova punti pesanti. In 3’ la Virtus fa 12 punti e risale al 42-36. Nobile fa il terzo fallo, Lazzaro mette due liberi (42-40) e dopo quasi 28’ di gioco (e 10 errori) Schiavon mette la prima – e unica – tripla per il 43-46. Sulla sirena Canelo fallisce il sorpasso. È 48-47, riaperta. Nobile, ex del Vicenza, sigla il sorpasso (50-51) dopo 31’14” dell’ultimo periodo, risponde Andrea Campiello da tre che apre un parziale di 14-4 per Vicenza. È soprattutto Rizzetto a far male. Ferrara (5 palle perse) soffre, Lazzaro tiene la barca in scia (57-55) ma Vicenza allunga (64-55), prima che Nobile e Canelo producano l’ultimo sforzo, risalendo fino al 64-60, a 51” dalla fine. Nella giostra finale dei falli e dei liberi, Vicenza ha freddezza ed esperienza, mentre la Virtus non ha più fiato.