Alla presentazione del nuovo acquisto neroverde anche il coach Rubini: “Il suo contributo sarà fondamentale”
L’Antenore Energia Virtus ha finalmente il suo fromboliere. Ieri pomeriggio, ospiti della coordinatrice e tifosa Maria Sole Pedron nella sede della Invictus a Ponte San Nicolò (un polo tecnologico di 1.600 metri quadrati, all’avanguardia in Europa e con una trentina di figure altamente professionali, che rivoluziona l’approccio tradizionale a prevenzione, potenziamento e riabilitazione nello sport e nella disabilità) a cui la stessa società neroverde si era affidata nel recente passato per l’analisi del movimento di salto nei ragazzi del settore giovanile, si è tenuta la presentazione di Matteo Motta. La guardia bresciana classe 92, giocatore esperto della categoria già affrontata dapprima con i Legnano Knight e in seguito a Desio, Orzinuovi, Fiorentina, Urania Milano e l’anno scorso a Reggio Emilia (13,1 punti di media con 4,7 rimbalzi e 2,1 assist), era stato in ordine di tempo il terzo colpo in entrata della campagna di rafforzamento estiva virtussina. Al tempo stesso sarà, però, anche il principale terminale offensivo nello scacchiere del coach Daniele Rubini.
«Lo abbiamo fortemente cercato, anzi era il mio primo obiettivo per lo spot di guardia tiratrice – ha confermato, presentandolo, il coach – Quasi subito ci siamo venuti reciprocamente incontro. Nella mia idea di costruzione della squadra, infatti, ho sempre ritenuto questo ruolo fondamentale, anche, per la verità, se l’anno scorso avevamo dovuto trovare modalità diverse (soprattutto grazie alla crescita nell’apporto di Miaschi) per tappare questa falla. Matteo, in questo senso, dovrà portarne il peso sulle spalle per tutto l’anno: sono convinto, però, che per giocatori del suo calibro la pressione e la fiducia siano fondamentali per fornire una prestazione performante, specie nei momenti in cui il pallone scotta. Più in generale, tenendo per buona anche l’opzione del doppio playmaker (con Piazza e De Nicolao, ndr), potrà giocare sia da guardia che da ala: diciamo che quest’anno, al contrario dell’anno scorso quando la squadra aveva un profilo ben definito, avremo molte più possibilità di mischiare le carte».
«Mi piace che il coach riponga in me questa fiducia – sottolinea, dal canto suo, Motta – con lui sono entrato subito in sintonia. Le prime sensazioni, dopo il raduno, sono molto buone: un bel gruppo unito e con voglia di lavorare. Dovremo tenere fede alle aspettative della società, che oltre a vantare una bella tradizione e tanta passione, ha allestito un roster di livello con giocatori scesi di categoria. L’obiettivo è chiaro a tutti. Dovrà essere poi il campo, dato che siamo in tanti nuovi anche se ci conoscevamo già da avversari, a dirci dove saremo… Obiettivi personali? Fare il meglio possibile, mettendomi al servizio della squadra per poter arrivare il più in alto possibile».
Giovanni Pellecchia