Si chiude dopo quattro anni di guida della prima squadra e cinque di settore giovanile l’avventura di Daniele Rubini all’ Antenore Energia Virtus Padova. Una bellissima storia d’amore che negli anni ha portato, grazie al lavoro del tecnico padovano, ad una enorme crescita di tutto l’ambiente virtussino.
«Questa decisione è stata presa per motivi personali» spiega coach Rubini. «Avevo bisogno di staccare dalla pallacanestro professionistica: svolgendo un altro lavoro questi sono stati quattro anni molto pesanti sul piano umano, sentivo di non avere più le energie per continuare a lavorare come intendo farlo io. Inoltre ho reputato il mio ciclo finito e ho preso questa decisione anche per il bene della società: servivano a tutti nuovi stimoli per partire con un nuovo progetto. Sono però orgoglioso di come la dirigenza abbia spinto per la mia riconferma all’indomani di un’annata deludente: vuol dire che nonostante le difficoltà abbiamo lavorato bene. Dopo la prima stagione di ambientamento, l’anno più bello ed entusiasmante è stato il secondo con la cavalcata che ci ha portato fino ai playoff: lì era stata costruita una squadra che incarnava lo spirito Virtus con un roster composto da un mix tra professionisti affermati o emergenti e ragazzi del settore giovanile. Le ultime due annate invece rimangono un rimpianto: il covid ha bloccato la scorsa quando eravamo attrezzati per puntare davvero in alto e nell’ultima ci ha reso impossibile svolgere una stagione normale con i continui contagi. In ogni caso di questa società rimarrò per sempre tifoso».
«Coach Rubini in questi quattro anni ha dato tantissimo alla squadra e alla società col suo lavoro» commenta il Ds Roberto Rugo. «Ha saputo nel suo percorso qui valorizzare sia professionisti della categoria sia far crescere i giovani del nostro settore giovanile: Basso e Pellicano su tutti. Con lui c’è sempre stato un rapporto franco e chiaro, per me è stato un onore lavorare al fianco di un ottimo coach e di una splendida persona come Rubini, e nel profondo spero sia più un arrivederci che un addio: oltre ad un bravissimo allenatore tutti noi in lui abbiamo trovato anche un amico. Per il futuro? Ci sarà da fare un ragionamento approfondito ma anche sereno per individuare il profilo adatto per raccoglierne l’eredità, non abbiamo fretta però ci fissiamo metà giugno come momento in cui avere le idee più chiare».