Sabato a Milano i ragazzi di Rubini si sono condannati a una partita tutta in salita. Il coach: «Atteggiamento sbagliato. Poi abbiamo pagato la fatica della rimonta»
L’impresa nel derby di Vicenza aveva illuso l’Antenore Energia Virtus Padova che fosse possibile replicare il colpaccio anche a Milano. Ma contro l’Urania, accreditata già alla vigilia del campionato di Serie B dei favori del pronostico per la scalata verso la A/2, Schiavon e compagni sono rimasti avvitati su stessi perdendosi dietro alle basse percentuali dall’arco (3/20 da tre) e su alcune sbavature difensive che nel primo tempo hanno stravolto il piano gara approntato da coach Rubini (83-70).
Troppo molli
«Nei primi due quarti siamo stati puniti in difesa su alcune imprecisioni da una squadra di caratura elevata», spiega il tecnico padovano. «Anche se è vero che il nostro atteggiamento è stato nel complesso troppo soft. Poco importa che nel secondo tempo abbiamo aumentato il nostro livello di gioco e sia cambiato anche il volto della partita». Il parziale di 14-2 all’inizio secondo periodo ha decisamente incanalato la gara a favore dei meneghini (35-19 al 14′), bravi a portare in dote quel margine “cuscinetto” fino alla fine, castigando sistematicamente le pecche della Virtus. Micidiali soprattutto i due temuti lunghi locali, Paleari e Piunti (38 punti in tandem), che hanno messo a ferro e fuoco il pitturato.
La rimonta incompiuta
Dopo essere scivolati fino a -17 (50-33 al 21′), i neroverdi hanno stretto qualche vite in difesa rientrando fino a -9 nell’ultimo periodo con De Nicolao (70-61 al 32′), ma Milano non ha più ceduto un centimetro. «Il sacrificio fatto per provare a recuperare ci è costato molto», continua Daniele Rubini. «Ma quando commetti determinati errori e tiri con medie irrisorie, diventa tutto più difficile. Siamo tornati a casa con il rammarico per non essere riusciti a incidere come volevamo anche in termini di scelte difensive. Tutto però va considerato alla luce del valore dell’avversaria che aveva peraltro addosso una pressione incredibile».
C’è da soffrire
Rubini lo aveva già asserito in tempi non sospetti, ma ha ribadito il concetto ancora una volta circa l’andamento così ondivago del girone B di Serie B: «È un campionato in cui non si può mai abbassare la guardia. Sarà una stagione di sofferenza perché il nostro è un girone che andava strutturato diversamente in virtù delle forze in campo. Possiamo essere competitivi solo quando siamo mentalmente e fisicamente al 100%». Domenica prossima, ore 18 a Rubano, c’è già la possibilità di rifarsi contro il fanalino di coda Lugo. «Guai a darli per morti», ammonisce Rubini. «Ma è la nostra squadra che prima di tutto dovrà dimostrare qualcosa di diverso».
La rimonta incompiuta
Dopo essere scivolati fino a -17 (50-33 al 21′), i neroverdi hanno stretto qualche vite in difesa rientrando fino a -9 nell’ultimo periodo con De Nicolao (70-61 al 32′), ma Milano non ha più ceduto un centimetro. «Il sacrificio fatto per provare a recuperare ci è costato molto», continua Daniele Rubini. «Ma quando commetti determinati errori e tiri con medie irrisorie, diventa tutto più difficile. Siamo tornati a casa con il rammarico per non essere riusciti a incidere come volevamo anche in termini di scelte difensive. Tutto però va considerato alla luce del valore dell’avversaria che aveva peraltro addosso una pressione incredibile».
C’è da soffrire
Rubini lo aveva già asserito in tempi non sospetti, ma ha ribadito il concetto ancora una volta circa l’andamento così ondivago del girone B di Serie B: «È un campionato in cui non si può mai abbassare la guardia. Sarà una stagione di sofferenza perché il nostro è un girone che andava strutturato diversamente in virtù delle forze in campo. Possiamo essere competitivi solo quando siamo mentalmente e fisicamente al 100%». Domenica prossima, ore 18 a Rubano, c’è già la possibilità di rifarsi contro il fanalino di coda Lugo. «Guai a darli per morti», ammonisce Rubini. «Ma è la nostra squadra che prima di tutto dovrà dimostrare qualcosa di diverso».
Mattia Rossetto