(Il Mattino) Che sfida alla Kioene Arena contro i cugini vicentini. Manca poco per l’aritmetica assicuri anche i playoff.
La settima meraviglia dell’Antenore Energia Virtus Padova si scopre in un derby vero, impreziosito dai circa 2mila spettatori della Kioene Arena. Il settimo sigillo della Virtus, che ha dimostrato di meritare il primo posto in coabitazione con i Tigers Cesena, arriva nella sfida più sentita contro i cugini della Tramarossa Vicenza (77-72). «Non riesco a fare calcoli su quanto sta succedendo», dice Daniele Rubini, coach della Virtus. «Ci stiamo togliendo grandi soddisfazioni e la squadra sta ottenendo le gratificazioni che merita. Difficile trovare un gruppo di ragazzi che lavora in questa maniera e che sta cercando di far crescere anche i giovani. Devo ringraziare il mio staff tecnico: nulla viene per caso e il lavoro d’equipe con i miei assistenti è di grande spessore. Abbiamo giocato una partita a tratti splendida e in alcuni frangenti caotica, ma c’è lo zampino di Vicenza che ci ha messo sotto a rimbalzo offensivo. Alla fine gli episodi ci hanno premiato, ma molto spesso si vede solo chi fa canestro e non chi invece tampona e mette la museruola spaccando i giochi in difesa. Ho detto ai ragazzi che siamo matematicamente salvi, quindi di classifica preferisco non parlare». Non solo la salvezza è certa, ma manca poco perché l’aritmetica assicuri anche i playoff. «Abbiamo praticamente raggiunto il nostro obiettivo stagionale», conferma il capitano Federico Schiavon, «Abbiamo un piede e mezzo nei playoff. Il derby è sempre un derby. Difficilmente una squadra riesce a prendere il sopravvento: Vicenza è stata brava a recuperare, ma noi siamo stati capaci di mantenere quei 4-5 punti di margine che ci hanno consentito di vincere la partita. Ora aspettiamo Milano nella tana di Rubano. Vedremo di rimanere affamati».Onore al merito degli sconfitti dell’ex capitano virtussino Enrico “Croce” Crosato, a cui il patron Franco Bernardi ha consegnato un pallone autografato con le firme dei suoi ex dirigenti poco prima della palla a due. «Non mi aspettavo un’accoglienza del genere, sono stati tutti fantastici», racconta “Croce”, «Mancava soltanto “Gegè” Papa, a cui è rivolto il mio pensiero. Sulla partita c’è poco da recriminare, la Virtus ha meritato. Noi ce la siamo giocata, ma di più non si poteva fare». –Mattia Rossetto