(Il Mattino)
Il suicidio perfetto si consuma in 4 minuti e 51 secondi. Da quando Piazza segna il canestro del +9 (57-66) ai tiri liberi finali di Foiera, che sigilla un parziale di 14-0 a favore di Rimini, ribalta il risultato e strappa dalle mani della Virtus la terza vittoria consecutiva, oltre al primato in classifica. È un black out inspiegabile e doloroso, quello dei neroverdi di Rubini, che avevano condotto il match da metà del primo quarto, piazzando almeno tre importanti tentativi di allungo, volando a +7 nel secondo quarto, a +6 nel terzo e a + 9 nell’ultimo periodo, salvo poi subire sempre il ritorno dei romagnoli, un po’ per stanchezza – la panchina è corta, si sa – e un po’ per incapacità di gestire il ritmo partita. Appena cala di intensità, soprattutto in difesa, la Virtus è una squadra normale e battibile.
C’è Canelo fin dall’inizio, anche se non ancora al cento per cento. La Virtus ha le polveri bagnate, Rimini no e con Signorini vola sul 7-2. Crosato (da tre) e Nobile ricuciono e un’altra bomba, stavolta di Canelo, rimette i neroverdi in scia (11-10 al 5′). I ragazzi di Rubini tirano tanto da fuori, ma poi trovano nel pitturato i punti di Nobile per il 15-15. Rimini ha entusiasmo, Piazza ha esperienza: mette i punti del 20-17 in avvio di secondo periodo e comincia a collezionare assist (saranno 5) e soprattutto rimbalzi (9 alla fine, più dei lunghi). Una schiacciata e un altro canestro di Toniato portano i romagnoli sul + 5 (26-21), ma qui entra in scena Schiavon che mette la tripla del pari e poi quella del primo sorpasso (28-29). Piazza e Lazzaro allungano, la Virtus è in un buon momento, Calzavara si alza dalla panchina e porta in dote la tripla del +7 (28-35). Illusoria perché Tartaglia e Foiera recuperano subito, Rimini con un 9-0 torna avanti e ci vogliono 4 punti di Nobile e Canelo per riportare la Virtus avanti all’intervallo (37-39).
Il secondo strappo neroverde arriva in avvio di terzo periodo: Piazza e Nobile firmano il +6 (37-43), Busetto accorcia ma Rimini comincia ad avere problemi con i falli, mentre la Virtus si gestisce e solo Canelo arriva a tre, a metà periodo. Ma prima fa in tempo a regalare il canestro di un altro +6 (41-47). Si segna poco, Rimini sbaglia moltissimi liberi ma trova nelle mani di Busetto la bomba del -2 (47-49) e resta in partita, anche quando Lazzaro ha la mano calda. Il periodo si chiude sul 52-55 e con l’impressione che la Virtus troverà l’affondo giusto. E l’inizio dell’ultimo periodo sembra il momento propizio. Buia e Schiavon tengono il +5, Rimini prende un tecnico, poi ne prende uno Foiera e Lazzaro sigla il +8 (55-63) dopo 3’33”. Rimini continua a sparacchiare e ha già 5 falli di squadra, Lazzaro fa il +9 (55-64) e Rubini capisce che è il momento di chiuderla: rimette in campo Canelo e con Piazza resta a +9 (57-66) a metà tempo. Sembra fatta e invece è una Caporetto. Crosato e compagni staccano il piede dall’acceleratore mentre Tartaglia, Myers e soprattutto Foiera, con esperienza, recuperano punto per punto. Il palazzetto si infiamma, la Virtus non ci capisce più niente, perde palloni banali, non cerca il fallo avversario, non trova più il tiro dalla distanza e inevitabilmente, nell’ultimo giro di lancette, arriva il sorpasso.
De Nicolao: «Non siamo bravi a gestire»
«Ci siamo illusi di averla chiusa e non abbiamo più segnato. Sono stati cinque minuti difficili e il risultato ci condanna». C’è amarezza nel dopo partita della Virtus. Rubini è furioso negli spogliatoi, il suo vice Riccardo De Nicolao cerca una spiegazione al black out che ha condannato i neroverdi alla prima sconfitta del campionato.
«Fa male perché, anche senza avere grandi vantaggi più volte abbiamo dato l’impressione di poterci staccare», dice De Nicolao. «Ma abbiamo spesso vanificato le cose buone con altre cose molto meno buone, penso soprattutto alle palle perse banalmente, anche in situazioni elementari come le rimesse». Il quarto periodo sarà materia di dibattito nei prossimi giorni, tra Rubini e i giocatori. «Dopo tre minuti eravamo già in bonus», prosegue De Nicolao, «e a metà periodo avevamo il massimo vantaggio. Ma noi non abbiamo le qualità per gestire il risultato, non possiamo fare calcoli. Appena abbiamo rallentato, loro hanno ritrovato entusiasmo e hanno capito di poterci riprendere. Noi non siamo più riusciti a segnare e loro si sono esaltati, facendo le cose giuste soprattutto con Foiera. Per noi tutte le cose più semplici sono diventate difficilissime, come succede quando si va in confusione. La lezione da imparare? Mai mollare, mai pensare di poter avere un pezzo di partita facile. Appena rallentiamo, chiunque ci può surclassare, dobbiamo tenerlo presente». Battuta finale per Canelo, che ha ancora qualche acciacco: «C’era, ha fatto bene, sta recuperando, ma non è ancora al top perché ha qualche dolorino», dice De Nicolao. «Contiamo di averlo presto al massimo».